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    Rugby a 15

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    Messaggio Da APUMA Mar Mag 12, 2015 1:48 pm

    Rugby a 15

    Rugby a 15 Rugby10

    Il rugby a 15 (ingl. rugby union, fr. rugby à XV) è uno sport di squadra e costituisce, insieme al rugby a 13 (rugby league), uno dei due grandi codici regolamentari in cui è diviso il gioco del rugby. I due regolamenti, così come gli organismi e le federazioni nazionali e internazionali che vi fanno riferimento, sono indipendenti l'uno dall'altro.

    Originario dell'Inghilterra, è diffuso nelle Isole Britanniche (Inghilterra, Galles, Scozia e Irlanda), in Francia, in Oceania (Australia, Nuova Zelanda, Tonga, Figi, Samoa), in Sudafrica e ha un buon seguito in Italia, dove è praticato fino dai primi anni del XX secolo, in Argentina, dove fu importato dalle famiglie originarie del Regno Unito e, in misura minore ma in qualche modo significativa, in altri Paesi come Spagna, Portogallo, Romania e alcuni Paesi già repubbliche sovietiche (Russia, Ucraina e Georgia su tutte) nonché Giappone, Namibia, Canada, Stati Uniti e Uruguay.

    La leggenda
    Sebbene sia spesso ritenuto erroneamente uno sport brutale, il rugby deve le sue origini a una delle più aristocratiche scuole britanniche (quella di Rugby appunto, che gli ha dato il nome).

    Secondo la leggenda, nel 1823 il giovane studente William Webb Ellis, durante una partita a calcio giocata secondo uno dei tanti regolamenti allora in circolazione in Inghilterra, afferrò il pallone con le mani e, anziché calciarlo come previsto, cominciò a correre verso l'opposta linea di fondo. Gli sport allora non erano ancora dotati di regole codificate e molte varianti prevedevano che la palla potesse essere portata in mano (la principale differenza riguardava l'utilizzo delle mani - Handling game, contrapposto al Dribbling game), quindi di per sé la corsa di Webb Ellis non fu una vera e propria novità ma, anzi, una consuetudine ampiamente diffusa.

    La storia di Webb Ellis cominciò a circolare nel 1876, quattro anni dopo la sua morte, ad opera di Matthew Bloxam (un ex studente della Rugby School) che confessò al giornale della scuola di aver appreso, da fonte anonima, che fu proprio Ellis in quell'occasione a stabilire il passaggio da un football giocato con i piedi ad uno giocato con le mani. Anche se le indagini successive provarono che nella stessa scuola di Rugby si praticava più di uno sport in cui era permesso l'uso delle mani e che le regole del football variavano di anno in anno, William Webb Ellis è entrato nel mito, passando alla storia come l'ideatore del Rugby Football. Ancora oggi il trofeo della coppa del mondo di rugby è intestato a Webb Ellis e una targa alla Rugby School commemora il suo famoso quanto contestato gesto atletico. Comunque sia, tutti i testi di storia del rugby citano il celebre studente pur specificando i dubbi riguardo certe interpretazioni di quanto realmente avvenne.

    La storia
    Nell'ottobre del 1863 fu costituita la Football Association con l'intento di unificare le varie forme di gioco con la palla che venivano praticate all'epoca. Durante una serie di sei incontri, tenuti alla Freemason's Tavern di Londra, rappresentanti delle scuole pubbliche e delle università, insieme a un numero di associazioni indipendenti e importanti, si riunirono per stabilire un singolo regolamento del football. La prima stesura prevedeva caratteristiche che sono ora parte del rugby come il correre in avanti con la palla ed essere caricati, trattenuti, sgambettati, ecc. Queste regole furono gradualmente scartate e fu adottata una variante delle Regole di Cambridge, che tra l'altro prevedevano 11 giocatori. Si crearono così due fazioni: quella del "Dribbling Game" (ossia del calcio) e quella dell'"Handling Game" (ossia di quello che oggi è il rugby). Nella riunione finale i rappresentanti del Blackheath e di Rugby ritirarono la loro squadra dall'associazione a causa della rimozione della regola che permetteva hacking ossia calciare un avversario negli stinchi e il divieto di prendere la palla con le mani. Il Blackheath e un numero di altre squadre continuarono a giocare la loro versione di football che poi fu codificata come rugby football.

    Il 26 gennaio 1871, durante la riunione dei rappresentanti di squadre importanti nel ristorante Pall Mall di Londra, si formò la Rugby Football Union, che portò all'unificazione del regolamento per tutte quelle squadre inglesi che giocavano una variante delle regole della Rugby School. Nel frattempo l'hacking fu definitivamente messo fuori legge, ma rimasero validi il gioco con le mani e il placcaggio (ma non alle gambe). Sarà proprio la questione dell'hacking a favorire la stesura delle regole finali.
    Nel 1877 il numero di giocatori per squadra fu definitivamente ridotto da 20 a 15.
    Il 1º gennaio 1886 i delegati delle federazioni storiche del rugby, ovvero Scozia, Galles e Irlanda fondarono la International Rugby Board, l'organismo internazionale che disciplina e regolamenta il rugby union. L'Inghilterra inizialmente non prese parte all'iniziativa, ma vi si unì nel 1890.

    Nell'ultimo decennio del XIX secolo prese il via uno scontro di origine culturale e sociale tra i club del nord dell'Inghilterra (composti prevalentemente da lavoratori) e quelli del sud (composti da studenti e aristocratici) sulla natura amatoriale o professionistica del gioco: i rappresentanti dei club settentrionali rivendicavano il diritto al compenso per le partite disputate sacrificando il lavoro, richiesta ritenuta oltraggiosa e molto poco nobile dalla RFU, per la quale il rugby doveva essere un'attività puramente amatoriale (e tale rimarrà fino al 1995); per questo, il 29 agosto 1895 ventuno club si separarono dalla RFU e s'incontrarono al George Hotel di Huddersfield, formando la Northern Rugby Football Union con il suo insieme di regole, che sarebbe in seguito diventata la Rugby Football League (RFL).

    Il rugby union fece parte del programma olimpico fino al 1924. Le nazionali vincitrici del titolo olimpico sono quelle di Francia nel 1900 (v. Rugby alle olimpiadi estive 1900), di Australia nel 1908, di Stati Uniti nel 1920 e 1924. Dal 2016 tornerà ai Giochi, ma nella versione ridotta a sette giocatori (Rugby Sevens), amministrata sempre dall'IRB.

    La Federazione Italiana Rugby (FIR) si costituì il 28 settembre 1928 e nel 1929 organizzò il primo campionato italiano ufficiale di rugby.

    Le prime società
    Le prime società o associazioni che fondarono la Rugby Football Union furono 22:
    • Blackheath R.C.
    • Richmond F.C.
    • Ravenscourt Park
    • West Kent
    • Marlborough Nomads
    • Wimbledon Hornets
    • Gipsies
    • Civil Service
    • Law Club
    • Wellington College
    • Guy's Hospital
    • Flamingoes
    • Clapham Rovers
    • Harlequin Football Club
    • King's College
    • St Paul's
    • Queen's House
    • Lausanne
    • Addison
    • Mohicans
    • Belsize Park

    Il regolamento
    Quelle qui elencate sono solo le regole principali del rugby a 15.

    Dimensioni del campo:
    • minimo: 66 X 119 metri (di cui 100 senza contare le aree di meta)
    • massimo: 69 X 144 metri
    • Al centro del campo si trova la linea di metà campo, a dieci metri da questa, da entrambi i lati si trova la linea tratteggiata dei dieci metri; a ventidue metri dalla linea di meta si trova la linea dei ventidue metri. A 5 metri dalla linea del fallo laterale ai lati del campo si trova la linea dei cinque metri, così come in prossimità dell'area di meta. A 15 metri dalla linea del fallo laterale ai lati del campo si trova la linea dei quindici metri.
    • L'area di meta è delimitata dalla linea di meta e dalla linea di pallone morto.
      Dimensioni della porta:
    • I pali della porta, piazzati al centro della linea di meta, sono 2 montanti rotondi di oltre 4 metri di altezza, da considerarsi prolungantisi all'infinito; essi distano tra loro 5,64 metri e sono uniti da una barra orizzontale il cui filo superiore è a 3 metri dal terreno.
      La palla deve avere forma ovale (in geometria è detta sferoide prolato) e le seguenti dimensioni ottimali:
    • Lunghezza: 28 centimetri
    • Circonferenza sull'asse maggiore: 74 centimetri
    • Circonferenza sull'asse minore: 59 centimetri
    • Peso: 410 grammi
      La durata di una partita è di 80 minuti, divisi in due tempi uguali da 40': si considera il tempo effettivo senza recupero (salvo eccezioni particolari). Il termine di entrambi i tempi viene decretato dall'uscita del pallone, da una meta o da una mischia. Originariamente, l'intervallo era decretato a pura scelta dell'arbitro; attualmente, l'arbitro concede 10 minuti di riposo.
      Ogni squadra può schierare fino a 15 giocatori più 7 riserve: non ci sono numeri fissi e va rispettata la numerazione 1-22, in particolare 1-8 per il pacchetto di mischia, 9-10 per i mediani, 11-14 per i tre quarti, 15 l'estremo.
      Un rimpiazzo è un giocatore che rileva in campo un compagno infortunatosi.
      Un sostituto è un giocatore che rileva in campo un compagno per motivi tecnico-tattici.
      Un giocatore con ferita sanguinante deve essere rimpiazzato e se nell'arco di 15' di gioco effettivo è in grado di rientrare nuovamente in campo può riprendere il posto del rimpiazzo momentaneo. In caso contrario il rimpiazzo diviene definitivo.
      In campo vi devono essere un arbitro e due giudici di linea, in caso di partite di un certo rilievo può essere presente anche il "TMO" (Television Match Officer) che ha il compito, esclusivamente su richiesta dell'arbitro, di verificare se un'azione in area di meta ha portato o meno ad una segnatura valida (l'arbitro può anche annullare), e anche alcuni presunti falli e fuorigioco.
      Il giudizio dell'arbitro è insindacabile e questi, in seguito a eventuali proteste scaturite dalle sue decisioni, può far avanzare la battuta di un calcio di punizione o una mischia di 10 metri.
      Il passaggio può avvenire con le mani (solo all'indietro o di lato), oppure con i piedi (anche in avanti - a patto che il "ricettore" del pallone sia il calciatore stesso o un compagno partito dietro di lui al momento o dopo il calcio stesso -, in gergo "calcetto" - "grubber" - se rasoterra o "up and under" se a campanile).
      Il placcaggio è concesso solamente sul giocatore che ha la palla ed è concesso dalla linea delle spalle ai piedi, altrimenti è fallo.
      Se il placcatore tende a "ribaltare" il placcato sollevandolo completamente da terra, deve necessariamente accompagnarlo nella caduta, questa costrizione è stata recentemente inserita nel regolamento, infatti in passato non era un'operazione obbligata.
      I giocatori che non hanno il possesso della palla non devono subire ostruzioni di alcun tipo.
      Quando un giocatore è placcato e ha almeno un ginocchio a contatto col terreno o è seduto o è sopra un altro giocatore a contatto col terreno deve necessariamente, a scelta:
    • passare la palla
    • lasciare la palla
    • spostarsi dalla palla
    • segnare una meta (nel caso il placcaggio sia avvenuto in prossimità della linea di meta)
      Se la squadra che subisce un fallo mantiene il possesso del pallone e riesce comunque a rimanere in una situazione di gioco positiva, è concesso dall'arbitro il "vantaggio", ovvero il fallo non viene fischiato e la formazione può proseguire l'azione; qualora, nel prosieguo di questa azione, detta squadra non riuscisse a conseguire un vantaggio vero e proprio, l'arbitro tornerebbe sul punto della prima infrazione prendendo una decisione (calcio di punizione, mischia) in favore della squadra che ha subito il fallo.
      Quando viene commessa un'infrazione di minore importanza (ad esempio un "in avanti" involontario), nello stesso punto viene giocata la "mischia ordinata".
      La mischia ordinata viene composta da elementi di entrambe le squadre: minimo 5 giocatori per formazione, di cui 3 in prima linea (i due piloni e il tallonatore), contrapposti in 2 gruppi.
      I due "pacchetti di mischia" devono essere divisi da una linea parallela a quella di meta.
      La testa e le spalle dei giocatori in mischia devono essere al di sopra della linea dei fianchi.
      Il giocatore in prima linea (a contatto con gli avversari) non deve avere la testa vicina a quella di un suo compagno di squadra (le due parti si incastrano).
      Immediatamente dopo l'ingaggio, cioè dopo che le prime linee sono venute a contatto, il mediano di mischia della squadra con diritto di introduzione (chi non ha commesso infrazione) introdurrà la palla con entrambe le mani e in un unico movimento al centro del corridoio formato dalle prime linee. la mischia non deve girare più di 90°, nel caso ciò succeda verrà ripetuta la mischia.
      Quando la palla è nel corridoio può essere tallonata, cioè ogni giocatore di prima linea può attirarla con i piedi dalla sua parte, normalmente tale azione è svolta dal tallonatore di una delle due squadre (i piloni sono impegnati a reggere la spinta). Il tallonatore, infatti, come suggerisce la parola, ha il compito nella mischia di portare la palla verso la sua squadra, contrariamente a quanto si pensi non lo fa con i talloni ma con un movimento a rotazione del piede destro che "uncina" il pallone. Gli unici giocatori di una mischia che si possono staccare sono le terze linee, lo possono fare, con palla persa, solamente quando il pallone è uscito dalla mischia o, in attacco, raccogliendo tra i propri piedi la palla vinta.
      Dal 2007 l'International Rugby Board modifica più volte le regole della mischia. Inizialmente introduce quattro tempi: crouch, touch, pause... engage! (bassi, tocco, pausa... via!). Dal 2012 i tempi diventano 3: crouch, touch, set! (bassi, tocco, via!). Infine dal 2013 cambiano i tempi di ingaggio, e solo dopo che l'arbitro comanda Ok, 9! (sì, 9!) il mediano può introdurre l'ovale.
      La palla da una mischia non può essere raccolta se esce dal tunnel di inserimento, se questo dovesse accadere l'arbitro decreta una ripetizione della mischia oppure il cambio di possesso di palla per inserire il pallone o una touche.
      Viene commesso un "in avanti" quando il pallone sfugge alla presa di un giocatore e questi non riesca a recuperarlo prima che raggiunga terra cadendo dinnanzi a lui. Viene altresì commesso un "passaggio in avanti" quando un passaggio effettuato con le mani raggiunge un compagno di squadra che si trova oltre la linea del pallone. Un "in avanti" viene sanzionato con una mischia se involontario o con una punizione quando effettuato volontariamente.
      La rimessa laterale o touche si effettua con i pacchetti di mischia delle due squadre schierati (tutti o in parte) in fila fianco a fianco, separati dalla linea immaginaria dell'uscita della palla. I giocatori che compongono la fila si devono collocare tra la linea dei 5 metri e quella dei 15 metri, posti tra loro a una distanza di 1 metro. I restanti giocatori devono tenersi lungo le parallele immaginarie tirate a minimo 10 metri dallo schieramento di touche.
      La touche si effettua dal punto in cui la palla è uscita dal campo, tranne nel caso in cui la palla sia uscita dopo essere stata calciata, da un punto del campo oltre la propria linea dei 22 metri, "direttamente fuori", cioè senza avere toccato terra nel campo di gioco prima di uscire. In questo caso la touche sarà eseguita all'altezza del punto dal quale è stato calciato il pallone.
      È possibile effettuare anche la "touche veloce" ossia giocare la rimessa senza aspettare lo schieramento degli avversari. Ciò è possibile se la palla non ha toccato elementi estranei al gioco (spettatori, cartelloni pubblicitari), e non si è ancora formato l'allineamento della touche. La palla deve essere rimessa in gioco stando con i piedi fuori dalla linea di bordo campo, non sopravanzando il punto di uscita del pallone indicato dal giudice di linea e passandola o ad un compagno che sta oltre la linea dei cinque metri senza commettere "passaggio in avanti", oppure (più raramente) a se stessi lanciandola in aria e riprendendola oltre 5 metri.
      Le infrazioni più gravi, come l'antigioco ed il fuorigioco, sono punite con un calcio di punizione.
      I falli di antigioco sono tutte le infrazioni che tendono ad "uccidere" il gioco e quelle che mettono in pericolo l'incolumità dell'avversario, sono punite col cartellino giallo (espulsione per 10') o rosso (espulsione definitiva).
      Il "fuorigioco" viene fischiato quando un giocatore, trovandosi al di là della parallela immaginaria alla linea di meta passante per il pallone, partecipa in qualsiasi modo all'azione.
      La "punizione" può essere calciata da qualsiasi giocatore della squadra che ha subito il fallo, e sono possibili 4 scelte: calcio tra i pali, calcio in touche, mischia ordinata, ripartenza di un'azione.
      Chi calcia la palla lo può fare in qualsiasi direzione e giocare la palla di nuovo.
      Se si calcia in touche la rimessa sarà eseguita, dalla squadra che ha calciato la punizione, sempre dal punto in cui il pallone è uscito, indipendente dal punto in cui è stata calciata la punizione.
      Il calcio tra i pali va comunicato all'arbitro, che indicherà tale scelta mimando la porta. Se il calcio riesce, cioè la palla passa in mezzo ai pali e sopra la barra orizzontale, la squadra che ha ottenuto la punizione guadagna 3 punti.
      I compagni di squadra devono rimanere dietro la palla fino a quando questa non viene calciata. Gli avversari devono tenersi lungo la parallela immaginaria tirata a minimo 10 metri da dove viene battuta la punizione.
      La meta vale 5 punti: è valida solamente se la palla viene schiacciata a terra nell'area di meta della squadra avversaria. Se la palla viene schiacciata nella propria area di meta essa si definisce "annullata" e comporta una mischia ordinata a cinque metri.
      La "meta tecnica" ("Penality Try") (5 punti) viene assegnata, su decisione dell'arbitro, se la squadra che è in difesa commette un fallo senza il quale evidentemente una meta sarebbe stata segnata.
      Dopo la meta, perpendicolarmente al punto nel quale la palla ha toccato il terreno, si calcia la "trasformazione", simile al calcio di punizione tra i pali e sopra la traversa orizzontale, ma del valore di 2 punti. La distanza è a scelta libera.
      Quando si calcia in mezzo ai pali o si tenta la trasformazione, il pallone può essere posizionato su un apposito supporto detto "piazzola". In passato si usava portare al calciatore una piccola quantità di sabbia su cui piazzare il pallone o più spesso il calciatore stesso usava la terra del campo per formare una piccola elevazione.
      Il "drop" o "calcio di rimbalzo" è un particolare calcio in cui un giocatore, da qualsiasi posizione del campo, dopo aver fatto rimbalzare per terra il pallone, lo calcia in mezzo ai pali e sopra la sbarra orizzontale della porta della squadra avversaria. Vale 3 punti (come la punizione). Se il "drop" viene effettuato come calcio di inizio, di ripresa del gioco dopo una segnatura oppure dopo un "mark", anche se la palla passa tra i pali e sopra la sbarra della porta non viene attribuito alcun punto alla squadra che ha effettuato il calcio.
      Il "mark" consiste nel raccogliere al volo nei propri 22 metri la palla calciata dall'avversario. Dà diritto ad un calcio libero con gli avversari a 10 metri da effettuare sul punto. Deve essere "chiamato" urlando "mark!" al momento della presa ed effettuato sul punto dal giocatore che lo ha chiamato. In origine si poteva chiamare il "mark" in qualunque zona del campo e, sino al 1977 si poteva calciare verso la porta per ottenere punti. In realtà questo avveniva molto raramente soprattutto perché tra il momento del mark e il calcio verso la porta il giocatore poteva essere attaccato dagli avversari che venendogli incontro potevano intercettare la palla ribaltando la situazione di attacco.

    Dimensioni del campo da gioco
    Il recinto di gioco è composto dal campo di gioco e dalle aree di meta. Il campo di gioco non deve mai eccedere i 100 metri in lunghezza tra le linee di meta ed i 70 metri in larghezza. Oltre la linea di meta c'è l'area di meta, che deve essere tra i 10 ed i 22 metri di lunghezza, portando la lunghezza totale del campo ad un massimo di 144 metri. La lunghezza e la larghezza dell'area di gioco devono essere il più possibile vicine alle dimensioni indicate.
    Il campo di gioco è diviso in due dalla linea (continua) di metà campo, in ciascuna metà campo sono tracciate altre linee parallele alla linea di metà campo:

    • la linea dei 10 metri rispetto quella di metà campo
    • la linea dei 22 metri (continua) rispetto a quella di meta
    • la linea dei 5 metri (tratteggiata) rispetto a quella di meta.
    • la linea di meta (continua)
    • la linea del pallone morto, che indica la fine del recinto di gioco

    Le porte, a forma di "H" si trovano al centro delle linee di meta. La distanza tra i due pali delle porte, di 3,4 metri come altezza minima, deve essere di 5,6 metri. I due pali sono uniti tra di loro da una barra trasversale, il lato superiore di tale barra deve essere a 3 metri dal terreno.

    Ruoli dei giocatori
    Gli otto giocatori che costituiscono prima, seconda e terza linea sono definiti avanti: gli avanti sono quelli che si contendono le mischie e le rimesse laterali. La mischia può essere chiusa o aperta: a una mischia chiusa partecipano minimo 5 giocatori per parte e minimo altri 5 stanno vicino sin quando avviene l'apertura del gioco mentre a una mischia aperta (ruck) partecipano uno o più giocatori in piedi a diretto contatto con l'avversario quando il pallone è a terra. Nello schieramento in campo, dietro gli avanti stanno i due mediani, dietro i mediani stanno quattro trequarti e dietro i trequarti c'è un estremo. L'utility back è un particolare giocatore in grado di potere ricoprire diversi ruoli da trequarti. Gli atleti di tutti i ruoli, nelle scuole di tecnica per principianti, imparano a eseguire l'azione fondamentale ossia il placcaggio. Durante una partita sono permesse 7 sostituzioni per squadra.
    Rugby a 15 R_n_510

    Nel rugby union, la tipologia del gioco più diffusa nel mondo, i ruoli dei giocatori in campo sono i seguenti (inglese-italiano):

    15 - Fullback - Estremo
    14 - Right wing - Tre quarti ala aperta destro
    13 - Outside center - Tre quarti centro (centro esterno)
    12 - Inside center - Tre quarti centro (centro interno)
    11 - Left wing - Tre quarti ala chiusa sinistro
    10 - Fly-half - Mediano d'apertura
    9 - Scrum-half - Mediano di mischia
    8 - Number 8 - Terza linea centro
    7 - Openside flanker - Terza linea ala (flanker destro)
    6 - Blindside flanker - Terza linea ala (flanker sinistro)
    5 - Lock (2nd row) - Seconda linea
    4 - Lock (2nd row) - Seconda linea
    3 - Tighthead Prop - Pilone destro
    2 - Hooker - Tallonatore
    1 - Loosehead Prop - Pilone sinistro

    Schieramento in campo
    Rugby a 15 R_n_610

    9 Mediano di mischia
    10 Mediano d'apertura
    12 Tre quarti centro interno
    13 Tre quarti centro esterno
    11 Tre quarti ala sinistra
    15 Estremo
    1 pilone sinistro in prima linea
    2 tallonatore in prima linea
    3 pilone destro in prima linea
    4 giocatore sinistro in seconda linea, chiamato seconda linea
    5 giocatore destro in seconda linea, chiamato seconda linea
    6 ala chiusa in terza linea, chiamato flanker in inglese
    7 ala aperta in terza linea, chiamato flanker in inglese
    8 giocatore centrale in terza linea, chiamato terza linea centro
    9 mediano di mischia
    10 mediano d'apertura
    11 trequarti ala sinistra
    12 trequarti centro interno
    13 trequarti centro esterno
    14 trequarti ala destra
    15 estremo

    Sistema di punteggio
    Ogni meta realizzata vale cinque punti. Una meta si realizza depositando con una mano o le mani il pallone nell'area di meta avversaria direttamente. La squadra che ha realizzato una meta ha diritto a un calcio di conversione o trasformazione che vale due punti: il calcio s'effettua dalla posizione perpendicolare al punto di realizzazione della meta con lo scopo di far superare al pallone la sbarra trasversale della porta. Altri tipi di calci sono quelli di punizione e di rimbalzo che se realizzati danno diritto a tre punti. Il calcio di punizione come quello di conversione viene definito piazzato in quanto il pallone è fermo sul campo invece il calcio di rimbalzo avviene durante un'azione di gioco dopo aver fatto rimbalzare il pallone sul campo.

    Modifiche nel calcolo di punteggio
    Nel corso della sua storia, il rugby ha cambiato spesso la valutazione dei punteggi, e per un certo periodo (sino al 1893) essa variava anche a seconda del paese.
    Inizialmente contavano solo le trasformazioni e i drop, e le mete valevano 1 punto chiamato "goal" (in effetti il termine "try" usato in inglese, significava proprio che dava il diritto a "provare" il calcio). Non si potevano tentare calci a punto sulle punizioni, ciò fu permesso solo dal 1893. Tra il 1888 e il 1977 era possibile tentare di "trovare una porta" con il "calcio da mark" (effettuato con la tecnica del drop). Si ha diritto a calciare dopo aver raccolto al volo la palla dopo un calcio (up-and-under) avversario. Oggi si può fare solo raccogliendo la palla nei propri 22 metri e dal 1977 non si può calciare in porta.
    I punti furono introdotti, almeno in Inghilterra, nel 1886: si evolveranno nel tempo anche per l'introduzione del calcio da mark (palla presa al volo) (introdotto nel 1891 - abrogato come possibilità di finalizzazione di punti nel 1977). L'evoluzione almeno per la RFU inglese sarà la seguente:

    Assegnazione punti
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    Sino al 1893 vi erano modi leggermente diversi, a seconda del paese, di contare i punti.

    I tornei maggiori
    Accanto alla Coppa del mondo di Rugby, disputata ogni quattro anni, vengono giocati annualmente due prestigiosi tornei, il "Sei Nazioni" e il "Rugby Championship", rispettivamente svolti nell'emisfero boreale e in quello australe.

    Nel contesto italiano, il Super 10 è il campionato in cui si può vedere il miglior livello di tecnica di gioco. Squadre che negli ultimi tempi hanno sempre lottato per il titolo nazionale sono: Benetton Rugby Treviso, Rugby Calvisano, Petrarca Rugby (Padova), Rovigo, Arix Viadana, Prato, e le due squadre di Parma (Overmach Rugby Parma e GRAN Rugby). Tuttavia la "fuga" dei nazionali verso Francia e Inghilterra sta impoverendo il livello tecnico delle squadre.

    Il Sei Nazioni
    Il torneo più famoso prima della nascita della "Coppa del mondo" e del "Tri-nations" era il Cinque Nazioni (Five Nations). Dopo l'ammissione, attorno al 1880, di Galles e Irlanda alle sfide con Scozia e Inghilterra, si cominciò a stilare una classifica annuale tra queste quattro squadre, classifica che rimase ufficiosa sino al 1894. Nel 1910 venne ammessa anche la Francia, squalificata dal 1931 al 1946, per motivi legati al professionismo e alla disciplina di gioco. In seguito questo torneo ha cambiato nome in quanto nel 2000 è stata ammessa un'altra nazione, l'Italia, e quindi oggi è chiamato il Sei Nazioni (Six Nations). Il torneo si è svolto regolarmente salvo durante le guerre mondiali e nel 1972, quando vennero annullate le partite interne dell'Irlanda per la situazione politica in Irlanda del Nord.

    Nel corso di questo torneo, alcune sfide possono determinare anche l'assegnazione di alcuni titoli secondari, alcuni dei quali simbolici e non riportati in alcun albo d'oro ufficiale, ma comunque considerati da giocatori e tifosi di grande rilevanza.

    • La squadra che riesce a vincere tutte le 5 partite si dice aver realizzato il Grande Slam.
    • La squadra appartenente ad una delle quattro federazioni britanniche che riesce a vincere le sfide contro le altre tre, realizza la Triple Crown.
    • In palio negli incontri tra le squadre di Inghilterra e Scozia c'è la Calcutta Cup.
    • La vincente dell'incontro tra Inghilterra e Irlanda vince il Millennium Trophy.
    • La vincente dell'incontro tra Irlanda e Scozia vince il Centenary Quaich.
    • Dal 2007 è stato istituito un nuovo titolo secondario, il Trofeo Giuseppe Garibaldi, assegnato ogni anno alla vincente della partita fra Italia e Francia, le due formazioni di scuola latina del torneo. Il trofeo è stato realizzato da Jean-Pierre Rives, grande ex rugbysta francese ora scultore.
    • Alla squadra che si classifica ultima nel torneo, a prescindere dalle vittorie ottenute, viene attribuito il simbolico e beffardo Wooden Spoon (Cucchiaio di Legno), che non è un oggetto reale ma si richiama ad una tradizione universitaria di Cambridge, in cui gli studenti regalavano ai loro commilitoni che prendevano i voti più bassi agli esami un cucchiaio di legno . Tale oggetto però nel caso del rugby non è mai esistito fisicamente.
    • Il caso di una squadra che alla fine del torneo risulti aver collezionato soltanto sconfitte, è invece un risultato negativo denominato nel gergo del 6 Nazioni come Whitewash.

    Il Rugby Championship
    Il corrispettivo del Sei Nazioni al di sotto dell'equatore è il Rugby Championship : una competizione simile nel modello a quella europea, nata come Tri Nations nel 1996, disputata fino al 2012 da tre nazionali (da cui il nome ) di rugby che sono anche tra le più celebri e forti al mondo ossia quella neozelandese, quella sudafricana e quella australiana. Con l'ammissione dell'Argentina il torneo ha assunto il nome "The Rugby Championship".

    Altri Tornei per nazioni
    Riprendendo un tentativo simile effettuato tra il 1998 e il 2001, si disputa dal 2006 il "IRB Pacific Nations Cup" (o "Sei Nazioni del Pacifico") con le selezioni maggiori di Giappone, Samoa, Figi, Tonga e, dal 2013, Canada e Stati Uniti. Dal 2006 al 2009 ha partecipato la seconda squadra (Junior All Blacks) della Nuova Zelanda, peraltro dominando sempre il torneo, e ad essa nel 2007 e nel 2008 si è aggiunta anche la nazionale "A" (emergenti) australiana. All'interno di questo torneo le sfide tra Figi, Samoa e Tonga danno origine al "Pacific Tri nations" che si disputa dal 1982.
    Esistono campionati continentali in Sudamerica (dominato dal 1951 dall'Argentina), Africa, Asia (dominato dal Giappone). Saltuariamente si disputano anche la "Oceania Cup" e il "Campionato dei Caraibi".
    In Europa esiste un Campionato Europeo per nazioni, strutturato su 7 "Divisioni" con un meccanismo di promozioni e retrocessioni e non vede la partecipazione delle nazionali impegnate nel Sei Nazioni. Era chiamata dagli anglosassoni, con il termine improprio di "Sei Nazioni B". Nella sua precedente forma (Coppa Fira o Coppa Europa), disputata sino al 1997, vedeva la partecipazione della Francia (che però schierava quasi sempre squadre minori) e della Italia che lo vinse proprio nel 1997, battendo i transalpini (che schierarono parte della formazione che sei giorni prima aveva vinto il 5 nazioni facendo il grande slam) a Grenoble. In questo trofeo, la Romania, tradizionale dominatrice, è ultimamente incalzata da Georgia e dal Portogallo. Questo trofeo serve anche a determinare le posizioni delle squadre nel caso siano previste le qualificazioni mondiali; in tal caso queste squadre entrano in gioco tardi rispetto ad altre europee. Inoltre, l'ultima classificata retrocede nella divisione inferiore.

    Il terzo tempo
    Una tradizione importante nel gioco del rugby è il terzo tempo. Al termine della partita i giocatori delle due squadre sono soliti ritrovarsi assieme ai tifosi e a tutti coloro che hanno preso parte allo svolgimento della gara per festeggiare l'incontro appena concluso. La tradizione prevede un banchetto, offerto dalla squadra che ha ospitato l'incontro. L'atmosfera di cordialità nella quale si stemperano le tensioni della partita è uno degli aspetti che più divertono chi vi partecipa e più affascinano chi segue questo sport da un punto di vista esterno.
    Fonte: WIKIPEDIA


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    Messaggio Da APUMA Gio Giu 18, 2015 3:37 pm

    LA HAKA DEGLI ALL BLACKS NEL LUOGO DELLA MORTE DI JERRY COLLINS

    L’haka degli All Blacks sul ciglio della strada, in Francia, nel luogo dove il 5 giugno scorso è morto l’ex ala della Nazionale neozelandese di rugby Jerry Collins.

    Un gruppo di All Blacks ha voluto rendere omaggio al loro ex compagno di squadra, eseguendo la haka vicino alla scena dell’incidente dove lui e la moglie, Alana Madill, sono morti e la loro bambina di tre mesi, Aylaè stata gravemente ferita. Un ricordo nel modo più forte, sentito e commovente che potevano fare, nel rispetto della tradizione maori e dello sport che li ha uniti.

    L’auto di Collins è stata coinvolta nello scontro con un autobus nei pressi della città francese di Béziers.

    Uno degli ex All Blacks, Neemia Tialata, ha pubblicato il video in cui con Carl Hayman, Ali Williams, Chris Masoe e Byron Kelleher eseguono la haka sul ciglio della strada. La Kama te, davanti alla croce nel luogo dell’impatto mortale. Immagini di grande forza emotiva.

    Collins è stato uno dei più duri e più insuperabili avanti della Nuova Zelanda. Ha fatto parte della Nuova Zelanda Under-19 che ha vinto il Campionato Mondiale Juniores nel 1999, e ha iniziato la sua carriera provinciale dello stesso anno, con Wellington.

    Samoano, cugino dell’ex capitano degli All Blacks Tana Umaga, ha fatto il suo debutto con gli All Blacks contro l’Argentina all’età di 20 anni nel giugno 2001, e ha disputato 48 partite per la Nuova Zelanda, tre come capitano. Il suo ultimo cap, è stato il quarto di finale di Coppa del Mondo contro la Francia a Cardiff nel mese di ottobre 2007, quando gli All Blacks, favoriti per vincere il torneo, hanno subito una sconfitta clamorosa.

    Ha annunciato il suo ritiro internazionale nel 2008 e, successivamente, ha giocato nel Toulon, in Francia, prima di trasferirsi in Galles per giocare con gli Ospreys. Andato per due anni in Giappone negli Yamaha Jubilo, era arrivato al Narbonne, nella seconda divisione francese, nel mese di gennaio.
    Fonte: Todaysport


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    Messaggio Da APUMA Mar Giu 23, 2015 9:16 am

    Tragedia in Australia: giocatore di league muore dopo una concussion

    James Ackerman aveva 25 anni. Il decesso 48 ore dopo il ricovero in un ospedale di Brisbane

    Rugby a 15 Rugby10

    Un colpo preso alla testa durante la partita tra i suoi Sunshine Coast Falcons e i Norths Devils, gara valida per la Queensland Cup di rugby league: così in Australia è morto James Ackerman. La partita era in programma sabato, immediata la corsa in un ospedale di Brisbane, ma il giovane – padre di due bimbi – è morto 48 ore dopo l’incidente di gioco.
    Fonte: Onrugby


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    Messaggio Da APUMA Ven Set 18, 2015 9:33 am

    Coppa del Mondo di Rugby 2015, la guida completa

    Inizia venerdì in Inghilterra e sabato l'Italia gioca la sua prima partita: cose da sapere per arrivare preparati (anche per i profani)

    Rugby a 15 Rugby_10

    La Coppa del Mondo di Rugby 2015, la più importante competizione internazionale di rugby a quindici che si gioca ogni quattro anni dal 1987, inizia il 18 settembre nel Regno Unito. Delle sette Coppe del Mondo finora disputate, sei sono state vinte da nazioni dell’emisfero sud del mondo: due volte ha vinto l’Australia, due il Sudafrica e due la Nuova Zelanda, che ha vinto la prima e l’ultima edizione della Coppa del Mondo. L’unica squadra dell’emisfero nord a vincere la Coppa del Mondo di rugby è stata l’Inghilterra, nel 2003.
    Tutte le maglie della Coppa del Mondo di Rugby 2015
    Nel rugby le maglie sono piuttosto tradizionali, soprattutto nei colori: che la prima maglia dei giocatori della Nuova Zelanda (gli All Blacks) è, per esempio, sempre tutta nera, non serve forse nemmeno dirlo. La seconda maglia della Nuova Zelanda è, per esempio, quasi tutta bianca, non è però detto che la utilizzerà. Tra i vari tradizionalismi non mancano però alcune piccole “aperture” a un design più moderno.
    Rugby a 15 Rugby_11

    Chi partecipa alla Coppa del Mondo
    Al torneo partecipano venti squadre: otto europee (Italia, Francia, Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda, Romania e Georgia), due nordamericane (Canada e Stati Uniti), due sudamericane (Uruguay e Argentina), due africane (Sudafrica e Namibia), cinque dal’Oceania (Australia, Nuova Zelanda,Tonga, Figi, Samoa) e il Giappone. Le prime tre classificate di ogni girone dell’ultima edizione della Coppa del Mondo si sono qualificate di diritto (tra loro c’è l’Italia), le restanti otto hanno ottenuto la qualificazione vincendo i playoff continentali.

    L’Italia ha partecipato a tutte le edizioni del torneo e in ogni edizione è stata eliminata al primo turno, quello in cui le squadre si affrontano in gironi eliminatori. Come nelle ultime edizioni, anche quest’anno l’Italia ha l’obiettivo di migliorare quei risultati. Sarà però molto difficile: per farlo l’Italia dovrebbe battere delle squadre oggettivamente più forti.
    La finale è in programma a Londra il 31 ottobre e le partite si giocheranno in tredici stadi diversi, tra cui Twickenham (lo stadio del rugby inglese), lo Stadio Olimpico e Wembley, il Principality di Cardiff, L’Etihad di Manchester, il St.James’ Park di Newcastle e il Villa Park di Birmingham.

    I gironi e le partite dell’Italia
    Le venti squadre sono divise in quattro gironi da cinque e solo le prime due classificate avanzeranno ai quarti di finale (la terza si qualificherà alla prossima Coppa del Mondo). Dopo la fase a gironi ci saranno partite a eliminazione diretta: quarti di finale, semifinali, partita per il terzo e quarto posto e finale.

    Girone A: Australia, Inghilterra, Galles, Fiji, Uruguay
    Girone B: Sudafrica, Samoa, Giappone, Scozia, Stati Uniti
    Girone C: Nuova Zelanda, Argentina, Tonga, Georgia, Namibia
    Girone D: Francia, Irlanda, Italia, Canada, Romania

    Le squadre più forti sono – come negli ultimi anni – quelle del Sei nazioni e del Rugby Championship: il Sei nazioni è la competizione annuale tra le migliori nazionali europee (Inghilterra, Galles, Scozia, Irlanda, Francia e Italia); il Rugby Championship è la corrispettiva competizione nell’emisfero sud (Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica e Argentina). È quasi sicuro che ai quarti di finale arriveranno otto tra queste dieci squadre. Per qualificarsi ai quarti l’Italia dovrebbe arrivare davanti ad almeno una tra Francia e Irlanda, mentre è presumibile che riuscirà a battere Canada e Romania. L’Italia giocherà la sua prima partita contro la Francia a Twickenham, il 19 settembre alle 21 (ora italiana). Il 26 settembre giocherà contro il Canada, il 4 ottobre contro l’Irlanda e l’11 ottobre contro la Romania.

    Alla Coppa del Mondo una vittoria vale 4 punti, un pareggio – raramente, ma capitano – ne vale 2. Ci sono però anche altri punti “extra” che le squadre possono ottenere: se una squadra segna quattro o più mete in una partita prende un punto, se una squadra perde con una differenza di punti uguale o inferiore a 7 prende un punto. Non basta quindi perdere o vincere per qualificarsi: serve vincere bene – molte mete e un grande margine di punti – contro i più deboli e, nel caso in cui si perda, è meglio farlo con poco distacco e magari con quattro mete.

    Quali sono le favorite?
    Le solite: Nuova Zelanda, Australia e Sudafrica e, per l’Europa, Irlanda e Galles. La Nuova Zelanda in particolare sta vivendo da diversi anni uno stato di forma incredibile ed è la più quotata per la vittoria finale: ha i migliori giocatori al mondo, ha vinto l’ultima edizione della Coppa del Mondo e negli ultimi quattro anni ha vinto tre volte la Rugby Championship. L’Inghilterra è tra le favorite perché è forte e perché gioca in casa: nelle sette precedenti edizioni della Coppa del Mondo la squadra della nazione ospitante si è piazzata sei volte fra le prime quattro e per tre volte ha vinto. L’Irlanda ha vinto le ultime due edizioni del Sei Nazioni ed è quindi la squadra più in forma tra quelle europee.

    Un po’ più indietro delle altre europee ci sono la Francia, che dal 1995 riesce sempre ad arrivare fra le prime quattro, e il Galles, terzo classificato all’ultimo Sei Nazioni ma capitato in un girone molto difficile con Inghilterra e Australia. Argentina e Scozia puntano a qualificarsi almeno ai quarti, ma la vittoria finale sembra essere fuori dalla loro portata. Tra le 10 squadre di Sei nazioni e Rugby Championship l’Italia è quella con meno possibilità: la sua vittoria nella Coppa del Mondo è pagata dagli scommettitori 300 euro per ogni euro giocato.

    Per quanto riguarda l’emisfero australe, Nuova Zelanda, Australia e Sudafrica sono tutte in grado di raggiungere almeno le semifinali e da considerare tra le favorite.

    L’Italia come sta?
    Non benissimo: la nazionale italiana viene da due anni pessimi in cui ha vinto solo una partita del Sei Nazioni ed è stata la squadra che ha subìto più punti in assoluto. Non ha dato nemmeno dei buoni segnali nei test match di preparazione al torneo: li ha persi tutti e tre, i primi due giocando piuttosto male contro la Scozia, mentre nell’ultimo contro il Galles, nonostante la terza sconfitta di fila, si è vista una squadra più competitiva grazie soprattutto al ritorno di Sergio Parisse – il capitano dell’Italia e uno dei giocatori più forti al mondo – che però molto probabilmente salterà per un infortunio la partita contro la Francia.

    A complicare ulteriormente le cose, a giugno c’è stata la lite fra giocatori e federazione che ha portato alla sospensione per una settimana del ritiro in Trentino-Alto Adige. La lite era dovuta alla volontà della federazione di modificare il modo in cui vengono pagati i giocatori convocati in nazionale – non più in base alle presenze ma in base ai risultati – e alla parole del presidente federale Alfredo Giavazzi che si era detto “deluso dall’atteggiamento assunto dagli atleti” e aveva detto di volere “una squadra di rugbisti, non di pensionati”. Poco prima dell’inizio della Coppa del Mondo un ex giocatore della nazionale, Massimo Giovanelli, ha invece criticato l’attuale allenatore dell’Italia, il francese Jacques Brunel. Giovanelli ha parlato dei Brunel e degli allenatori che l’hanno preceduto dicendo che arrivano in Italia in pensione, con poca voglia e poco spirito d’iniziativa.

    Per l’Italia disputare un buona Coppa del Mondo vorrebbe per prima cosa non fare figuracce: vincere contro Canada e Romania e giocarsela almeno fino alla fine contro Francia e Irlanda. Sarebbe un successo riuscire a battere una delle due e arrivare ai quarti; sarebbe un fallimento se si dovesse mancare il terzo posto nei gironi e perdere la qualificazione diretta alla prossima edizione della Coppa del Mondo.

    Chi sono i giocatori più forti
    Tutti quelli della Nuova Zelanda, per cominciare. Su tutti il capitano Richie McCaw – per molti il miglior flanker (terza linea ala) di sempre – e Kieran Read, terza linea di 29 anni, eletto miglior giocatore al mondo nel 2013.

    Nel Sudafrica, fra tanti giocatori molto forti, ci sono Willie le Roux e Duane Vermeulen, inseriti fra i cinque candidati al miglior rugbista del mondo dello scorso anno, mentre l’australiano Israel Folau è uno degli atleti fisicamente più completi della competizione.

    Fra le squadre europee i migliori giocatori sono Jonathan Sexton e Paul O’Connell, mediano di apertura e seconda linea dell’Irlanda, l’italiano Sergio Parisse e Sam Warburton, terza linea ala del Galles. L’altro gallese molto forte, Leigh Halfpenny, è stato escluso dai convocati a causa di un infortunio rimediato contro l’Italia una settimana fa.

    Come vedere la Coppa del Mondo
    Tutte le 48 partite del torneo – la prima, tra Inghilterra e Fiji, si gioca venerdì alle 21 – saranno trasmesse in Italia da Sky Sport. Le si potrà seguire anche da app e tablet grazie all’applicazione SkyGo.
    Fonte: Il Post


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    Messaggio Da APUMA Dom Set 20, 2015 8:03 am

    Rugby, Coppa del Mondo: Sudafrica-Giappone 32-34! Fatta la storia!

    Match pazzesco: gli uomini di Eddy Jones mettono in campo una prova formidabile per tecnica, grinta, fisicità e ritmo e mettono in crisi gli Springboks: 32-29 a un minuto dalla fine, meta nipponica annullata dal TMO. Poi all'82' il sorpasso!

    Chi vuol essere Heineke Meyer? A oggi, nessuno vorrebbe ritrovarsi nei panni del commissario tecnico del Sudafrica. La più grande sorpresa nella storia della Coppa del Mondo di rugby è maturata questo pomeriggio al Comunity Stadium di Brighton, dove il Giappone ha sconfitto per 34-32 gli Springboks. Ovvero, la squadra al numero 13 del ranking che batte la numero 3.

    INCUBO — Al minuto numero 43, quando Ayumu Goromaru infila il suo secondo piazzato, sul tabellone del Community Stadium compare questo risultato: Sudafrica-Giappone 12-13. Quello che sembra incredibile dura però appena un minuto, il tempo per permettere a Lodewyk de Jager di bucare la difesa giapponese e volare a schiacciare in mezzo ai pali, riportando avanti gli Springboks. L'esordio della squadra del c.t. Meyer nel Gruppo B è però un vero e proprio incubo senza fine. Iniziano bene i sudafricani con la meta di Francois Louw, incassano quella di Michael Leitch (trasformate rispettivamente da Pat Lambie e Goromaru) e poi centrano ancora il bersaglio grosso con Bismarck du Plessis, che chiude il primo tempo sul 12-10. Dopo la terza meta Springboks, arrivano altri tre calci di Goromaru e uno di Lambie per il 22-22. Al 63' Aadrian Strauss timbra la meta che vale il nuovo vantaggio sudafricano (con la trasformazione di Handre Pollard) e anche il punto di bonus, ma una spettacolare azione partita da touche e che coinvolge tutti i trequarti, lancia Goromaru verso la meta che (con la trasformazione) vale ancora il pari della squadra del c.t. Eddie Jones. A sette minuti dalla fine calcio di Pollard per il 32-29.

    INFERNO E PARADISO — Ma il Giappone non si arrende e stringe d'assedio i 22 sudafricani, fino a costringere Coenraad Oosthuizen a un'ostruzione da cartellino giallo: mancano 65 secondi alla fine e i nipponici vanno in touche alla bandierina, vogliono vincere. Ne nasce una maul che i giapponesi provano a chiudere in meta, ma la palla viene tenuta alta dai sudafricani. Al secondo reset della mischia a 5 metri il tempo è ormai scaduto e il Giappone prova a costruire l'azione della vittoria che dopo due cambi di fronte produce la meta Karne Hesketh. L'impresa è fatta: il Giappone è in paradiso, il Sudafrica all'inferno. Ma è giusto così.
    Fonte: La Gazzetta dello Sport


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    Messaggio Da APUMA Dom Set 20, 2015 8:07 am

    Rugby, Coppa del Mondo: Italia-Francia 10-32. Azzurri, quanti errori...

    A Twickenham azzurri troppo indisciplinati: Michalak al piede scava un solco, la meta di Slimani fa il resto. Masi si infortuna dopo 8 minuti: entra Bacchin. Meta di Venditti, ma il pilone transalpino chiude la pratica

    19 SETTEMBRE 2015 - LONDRA (UK)
    La prima è tutta da dimenticare: l'Italia di Brunel si butta via. Un errore dopo l'altro, un fallo dopo l'altro, un calcio regalato alla Francia dopo l'altro (anche se l'arbitro Joubert è quanto meno fiscale su alcune chiamate in mischia...). La sostanza è tutta qua: i transalpini a Twickenham ringraziano, vanno alla piazzola con Michalak, che pur permettendosi di sbagliarne due, con cinque piazzati scava un solco che l'Italia non è mai stata capace di rimontare. Non illuda la meta di Venditti che ha permesso di risalire al 10-25 (nel frattempo i francesi avevano portato a casa la segnatura di Slimani). L'Italia è viva, lotta col cuore, ma alla fine è stata un disastro: mai un'azione con più di due-tre fasi, mai la sensazione di poter far male, poco sostegno ovunque, iniziative personali che non potevano (e infatti...) aiutare alla causa. E Mas ha potuto chiudere il match con la prima meta internazionale al termine di una grande carriera. Adesso? Il Mondiale si fa durissimo e la qualificazione inevitabilmente passa attraverso un miracolo sportivo con l'Irlanda. Battendo anche Canada e Romania, però: e dopo quanto visto al debutto di Twickenham non è poi così scontato. E tutto senza Andrea Masi, la cui probabile rottura del tendine d'Achille significa non solo addio Mondiale, ma anche stagione finita prima di iniziare. Vien voglia di piangere. E siamo solo all'inizio.
    Fonte: La Gazzetta dello Sport




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    Messaggio Da APUMA Lun Set 21, 2015 9:09 am

    Mondiali 2015: L'Argentina spaventa gli All Blacks, ma non basta

    Rugby a 15 Rugby10

    Un match spettacolare vissuto con entusiasmo dagli 89.019 tifosi accorsi a Wembley, nuovo record di pubblico per una partita della Coppa del Mondo di rugby. All Blacks e Argentina che regalano agli appassionati 80 minuti di rugby incredibile, tra giocate di altissimo livello, gialli mai visti e, alla fine, la Nuova Zelanda si salva, ma soffrendo tantissimo.

    Provano subito a sorprendere gli All Blacks al piede gli argentini e con tre calci muovono l'ovale fin dentro i 22 neozelandesi, che devono ripartire con una touche in difesa. Esce dai guai la Nuova Zelanda che attacca e obbliga l'Argentina al primo fallo dopo 4 minuti e Dan Carter va sulla piazzola. Insistono gli All Blacks, che mostrano di voler tenere subito alto il ritmo e mettere in difficoltà i Pumas fin dai primi minuti. Argentina che risponde con la classica difesa cattivissima, fin troppo fallosa. Poi show firmato Ben Smith con passaggio sottogambe a Savea, fallo e giallo a Matera per non aver concesso i dieci metri. Nonostante l'inferiorità numerica gli argentini attaccano con coraggio fin dai loro 22, anche se è difficile superare il muro nero (scarpini compresi) della Nuova Zelanda. Così l'occasione è ancora per Dan Carter che dalla piazzola porta gli All Blacks oltre break.

    Ma l'Argentina non è morta, anzi, perché in attacco sanno far male e così da una ripartenza da ruck è Guido Petti a schiacciare in meta. Poi arriva anche il fallo in mischia degli All Blacks che dà coraggio ai Pumas che possono tornare subito in attacco. E', però, sempre troppo indisciplinata l'Argentina e, così, i fischi di Barnes permettono ai tuttineri di entrare nei 22 argentini. Nulla di fatto e partita che resta perfettamente in equilibrio mentre si arriva alla mezz'ora di gioco. E alla mezz'ora arriva il giallo per Richie McCaw per un calcetto antisportivo mentre i Pumas stavano battendo veloce una punizione. E Argentina che piazza e va in vantaggio. Prova ad allungare sulle ali dell'entusiasmo l'Argentina, ma è troppo confusionaria e, così, sono gli All Blacks ad andare vicino alla meta, ma vengono respinti dal muro biancoceleste a un passo dalla linea. E, così, l'Argentina prendere coraggio, attacca nuovamente, fa una lunga azione multifase e, alla fine, secondo giallo consecutivo per gli All Blacks per il fallo tattico di Conrad Smith nei 22 difensivi. Sanchez che fa allungare i Pumas, a +4 con gli All Blacks in 13. A salvare i neozelandesi un fallo allo scadere che permette a Dan Carter di mandare i suoi al riposo sotto solo di un punto.

    Si riparte con l'Argentina ancora in superiorità numerica e dopo due minuti nuovo fallo degli All Blacks e Sanchez può mettere altri punti sul tabellone. Cerca di cambiare qualcosa Steve Hansen, che dà spazio a Sonny Bill Williams per dare una scossa ai suoi. E al 47' quasi arrivano in meta i tuttineri, con proprio SBW che fa un passaggio sottomano a Milner-Skudder che, però, non controlla l'ovale a un passo dalla meta. E l'Argentina domina anche in mischia, togliendo altre certezze a una Nuova Zelanda che inizia a temere un clamoroso ko. All Blacks che, però, con gli ingressi di SBW e di Barrett ha cambiato ritmo e ora mette l'Argentina alle corde. E, così, al 57' è Aaron Smith a sorprendere una comunque ottima difesa argentina, si infila in mezzo alle maglie biancocelesti e va a schiacciare per il sorpasso dei tuttineri.

    Si entra nell'ultimo quarto di gioco con tutto ancora da decidere. Insistono gli All Blacks, che ora hanno decisamente una marcia in più rispetto a un'Argentina che forse ha dato tutto, ma tanti piccoli errori impediscono alla Nuova Zelanda di chiudere il discorso. Fino al 66', quando ancora una volta la differenza la fa Sonny Bill Williams, che finalmente trova un compagno che afferra l'ovale e Sam Cane schiaccia tra i pali e partita vinta. Prova ad allungare la Nuova Zelanda, ma l'Argentina non cede, anche se deve concedere palla e gioco ai campioni del mondo. Che vincono, ma dopo aver sofferto per quasi 80 minuti. Argentina che se ne va con il rimpianto di non aver conquistato neanche il meritato bonus.

    ALL BLACKS - ARGENTINA 26-16
    Domenica 20 settembre, ore 17.45 - Wembley, Londra
    Nuova Zelanda: 15 Ben Smith, 14 Nehe Milner-Skudder, 13 Conrad Smith, 12 Ma'a Nonu, 11 Julian Savea, 10 Dan Carter, 9 Aaron Smith, 8 Kieran Read, 7 Richie McCaw, 6 Jerome Kaino, 5 Sam Whitelock, 4 Brodie Retallick, 3 Owen Franks, 2 Dane Coles, 1 Tony Woodcock
    In panchina: 16 Keven Mealamu, 17 Wyatt Crockett, 18 Charlie Faumuina, 19 Victor Vito, 20 Sam Cane, 21 TJ Perenara, 22 Beauden Barrett, 23 Sonny Bill Williams
    Argentina: 15 Joaquin Tuculet, 14 Santiago Cordero, 13 Marcelo Bosch, 12 Juan Martin Hernandez, 11 Juan Imhoff, 10 Nicolas Sanchez, 9 Tomas Cubelli, 8 Leonardo Senatore, 7 Juan Martin Fernandez Lobbe, 6 Pablo Matera, 5 Tomas Lavanini, 4 Guido Petti, 3 Nahuel Tetaz Chaparro, 2 Agustin Creevy, 1 Marcos Ayerza
    In panchina: 16 Julian Montoya, 17 Lucas Noguera, 18 Ramiro Herrera, 19 Mariano Galarza, 20 Juan Manuel Leguizamon, 21 Martin Landajo, 22 Jeronimo De La Fuente, 23 Lucas Gonzalez Amorosino
    Arbitro: Wayne Barnes
    Marcatori: 5' cp. Carter, 11' cp. Carter, 19' cp. Carter, 23' m. Petti tr. Sanchez, 39' cp. Sanchez, 40' cp. Carter, 52' cp. Sanchez, 57' m. A.Smith tr. Carter, 67' m. Cane tr. Carter
    Cartellini gialli: 10' Matera, 30' McCaw, 38' C.Smith
    Fonte: Blogosfere


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    Messaggio Da APUMA Lun Set 21, 2015 9:20 am

    Rugby, Coppa del Mondo: Samoa piega gli Usa coi calci, Galles forza 8 con l'Uruguay

    Americani quadrati: due mete per parte, la differenza la fanno i piazzati di Pisi per i samoani. Allen fa 3 mete, il Galles passa 54-9 ma conta ancora altri infortuni (Liam Williams e lo stesso Allen)

    20 SETTEMBRE 2015 - LONDRA (UK)
    Con la vittoria di Samoa per 25-16 sugli Stati Uniti a Brighton si è chiuso il primo giro di incontri della Pool B alla Coppa del Mondo di rugby in Inghilterra. Vittoria che permette alla squadra del c.t. Stephen Betham di sistemarsi al comando della classifica assieme al Giappone (ieri protagonista della clamorosa vittoria c on il Sudafrica) con 4 punti. Stati Uniti che mancano invece il punto di bonus difensivo e restano a zero. Samoa che tornerà in campo sabato per affrontare il Sudafrica a Mirmingham, mentre il giorno seguente gli Stati Uniti sfideranno la Scozia a Leeds. Vittoria samoana firmata dalle mete di Tim Nanai Williams e Ofisa Treviranus, con 4 calci piazzati di Tusi Pisi e uno di Michael Stanley. Per gli Usa, mete di Chris Wyles e Chris Baumann, 2 calci di AJ MacGinty, che però nel finale ha sbagliato la trasformazione della seconda meta che avrebbe potuto regalare ai suoi il punto di bonus.
    Rugby a 15 Rugby_12
    Cory Allen vola in meta.

    GALLES A VALANGA — Una tripletta di Cory Allen ha poi trascinato il Galles al successo per 54-9 sull'Uruguay al Millennium Stadium di Cardiff, nel secondo match del Girone A (che si era aperto sabato con la vittoria dell'Inghilterra sulle Figi). La celeste spaventa per una decina di minuti i gallesi, con i due piazzati a bersaglio di Felipe Berchesi (a segno anche al 23'), ma poi il pilone Samson Lee al quarto d'ora apre la strada alla rimonta della squadra del c.t. Warren Gatland, con la tripletta di Allen e le 4 trasformazioni di Rhys Priestland che confezionano il 28-9 con il quale si va al riposo. Salato però il conto che il Galles paga agli infortuni: nel primo tempo perde l'estremo Liam Williams (che rimpiazza Leigh Halfpenny), poi a inizio ripresa deve abbandonare anche lo stesso Allen. Passano in secondo piano così le altre 4 mete di Hallan Amos, Gareth Davies (2) e Justin Tipuric (con Presitland che ne trasforma 3). Il Girone A torna in campo mercoledì con Australia-Figi, mentre sabato con Inghilterra-Galles si potrebbe già decidere il destino di una delle due.
    Fonte: La Gazzetta dello Sport


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    Messaggio Da APUMA Lun Set 21, 2015 9:24 am

    Rugby, Coppa del Mondo: la Georgia batte Tonga. Irlanda a valanga

    Gorgodze trascina i suoi per il 17-10 finale sui polinesiani che non sfondano e soffrono in mischia. Senza storia il match di Cardiff: i Verdi passeggiano sul Canada: 7 mete e una dimostrazione di forza

    La Georgia che non t'aspetti mette dentro un tunnel buio Tonga con un primo tempo formidabile a Glouchester. I caucasici piazzano una partita semplicemente straordinaria per intensità e presenza fisica sul campo, demoliscono i tongani in mischia, difendono coi denti, spesso al limite del regolamento, ma alla fine tutto questo paga. Meta del migliore dei georgiani, Mamuka Gorgodze, e 10-3 al riposo. Secondo tempo partito sulla stessa falsariga e fatalmente arriva, contro una squadra polinesiana spenta, la seconda meta con un buco trovato da Tkhilaishvili. Da lì, sul 17-3, Tonga si scuote, inizia finalmente a macinare, riuscendo a tenere il possesso e mettere pressione nei 22 avversari. A 9 minuti dalla fine la possibile svolta: meta di Vainikolo pescato con un fantastico passaggio al largo dopo azione prolungata, giallo a Kvirikashvili dopo l'ennesimo fallo georgiano e dieci minuti d'assalto all'arma bianca per i tongani con l'uomo in più. Ma è ancora una volta la mischia a salvare i georgiani, che con una difesa mostruosa salvano il risultato e mettono in tasca 4 punti mondiali. E' storia.
    Rugby a 15 Rugby_13
    Jamie Heaslip sfonda la linea canadese.

    IRLANDA-CANADA 50-7 — Sette mete per presentarsi. L'Irlanda ha aperto la sua Coppa del Mondo di rugby piegando per 50-7 il Canada a Cardiff, nel primo match del Gruppo D (che staserà vedrà in campo Francia e Italia a Twickenham). La squadra del c.t. Joe Schmidt, campione negli ultimi due Sei Nazioni, ha così subito lanciato un importante avvertimento alle rivali verso il titolo. L'Irlanda soffre all'inizio un Canada molto ben organizzato e sblocca lo score solo 14' grazie al piede di Jonathan Sexton. Poi Jamie Cudmore si immola per salvare una meta praticamente fatta dagli irlandesi e si guadagna il giallo, concedendo agli irlandesi una superiorità che porta subito (al 18') alla meta di Sean O'Brien, a coronare una perfetta rolling maul, poi a quella di Iain Henderson (al 24'), con un'altra prova di forza della mischia chiusa. Sexton, che le trasforma entrambe, al 27' scappa palla in mano e vola in meta alla bandierina (sbagliando però la difficile trasformazione). E al 36' Dave Kearney vola indisturbato a mettere al sicuro anche il punto di bonus (Sexton trasforma), con il primo tempo che si chiude 29-0. A inizio ripresa il capitano irlandese Paul O'Connell inciampa in un ingenuo cartellino giallo, ma i canadesi non approfittano della superiorità. Al 66' allora l'Irlanda affonda ancora il colpo e trova la quinta meta con Sean Cronin (trasformazione di Ian Madigan). Al 68' Dth van der Merwe firma con un intercetto e una bella volata la meta della bandiera canadese (con trasformazione di Nathan Hirayama), ma cinque minuti dopo Rob Kearney firma la sesta meta irlandese e dopo altri due minuti arriva quella in mezzo ai pali di Jared Payne (Madigan trasforma solo la seconda).
    Fonte: La Gazzetta dello Sport


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    Messaggio Da Kim Winchester Lun Set 21, 2015 7:05 pm

                                    Sudafrica-Giappone  32-34









    La meta, e la gioia incontenibile dopo aver compiuto l'impresa!


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    Messaggio Da Kim Winchester Lun Set 21, 2015 7:13 pm

                                       Italia-Francia  10-32









    Le migliori azioni del match, purtroppo perso dall'Italia.


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    Messaggio Da Kim Winchester Lun Set 21, 2015 7:19 pm

                                   Irlanda-Canada    50-7






    L'Irlanda dimostra tutta la sua supremazia in questo sport!


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    Messaggio Da Kim Winchester Lun Set 21, 2015 7:30 pm

                            Nuova Zelanda-Argentina  26-16






    Le migliori azioni di gioco.












    E naturalmente non poteva mancare l'immancabile HAKA iniziale!


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    Messaggio Da APUMA Gio Set 24, 2015 1:52 pm

    Mondiali 2015: Australia, (quasi) buona la prima

    Si è conclusa la sfida tra i Wallabies e le Fiji che dicono addio ai sogni iridati. Ma l'Australia non trova il bonus.

    Rugby a 15 Rugby_14

    Promette scintille fin dai primi secondi la partita, con Australia e Fiji che giocano tanto alla mano, senza tatticismi, ma cercando subito di pressare gli avversari. E Fiji che, subito, perdono Waisea Nayacalevu per infortunio dopo neanche due minuti di gioco. Australia che subito mette alle corde le Fiji con la maul e il gioco veloce al largo, ma non concretizza il XV di Cheika. E' un inizio di partita asfissiante, con le due squadre che tengono vivo l'ovale e regalano una vetrina di cosa sia il rugby downunder. Al 9', dopo una mischia fantastica con i 16 giocatori immobili per lunghissimi secondi, fallo figiano (anche questa una loro peculiarità) e Foley può mettere tra i pali i primi tre punti del match. Dopo 12 minuti si vede anche la squadra figiana palla in mano, tanto movimento, ma poca capacità di finalizzare il tanto gioco creato. Al 17' altra mischia bellissima, con l'ovale in mezzo che non si muove, come i due pack. Alla fine c'è il fallo australiano e si scatena una piccola discussione tra le parti. Fiji che spingono grazie a una buona touche, conquista una punizione piazzabile, ma Volavola va ancora una volta in touche, altro fallo e questa volta Nadolo va per i pali e pareggia.

    E le se Fiji danno spettacolo, l'Australia prova a rispondere di rimessa, spinge con Kuridrani e conquista una punizione, vanno in touche, maul, palla al largo e placcaggio al collo di Nadolo su Folau e nuova touche cercata. E questa volta la maul arriva fino in fondo e David Pocock schiaccia per la prima meta del match. Trova più coraggio l'Australia con il vantaggio, gioca molto bene, arriva ancora un placcaggio pericoloso di Nadolo, ma a venir punito è Campese Ma'afu per un altro fallo e Fiji in 14. Momento importantissimo del match, ancora una maul vicino all'area di meta e ancora una volta è Pocock a schiacciare e Australia in fuga. Al 37' ennesimo fallo di foga delle Fiji e Bernard Foley può allungare ancora e lo fa. Con la superiorità diventa un monologo australiano, con Giteau e compagni che forse cercano troppo la giocata spettacolare e, così, si va negli spogliatoi sul 18-3 per l'Australia.

    Parte subito bene il XV dei Wallabies, che dopo una fiammata di Folau obbliga al tenuto ifigiani e può attaccare nei 22 pacifici. Ancora Folau si trascina tre avversari appesi, poi la palla arriva fino a Sekope Kepu. Meta, match ormai instradata verso l'Australia e obiettivo bonus per Giteau e compagni. Poco dopo Nadolo può riavvicinare parzialmente i suoi dalla piazzola e l'ala non sbaglia. Troppi gli errori dei figiani, però, che sprecano tanti possessi, mentre l'Australia gestisce tranquillamente la situazione. Wallabies che, però, stanno lasciando troppo spazio alle Fiji, che provano a rientrare in partita. E, così, pochi secondi prima dell'ora di gioco ecco che arriva la meta di Volavola che riporta sotto le Fiji, mentre l'Australia deve tornare a giocare se vuole puntare a un bonus fondamentale nella corsa playoff.

    E la meta figiana dà la sveglia ai verdeoro, attacco potente, ennesimo placcaggio alto figiano, ennesima touche sui 5 metri, ma questa volta l'Australia perde l'ovale e nulla di fatto. Secondo, e poi terzo, errore di fila, subito dopo, per Stephen Moore in rimessa e minuti che passano senza che i Wallabies si avvicinino alla quarta meta. Al 69' fallo figiano in mischia e Foley decide di andare per i pali, invece che in touche, e Australia che va oltre il doppio break, chiudendo il match e avendo 10 minuti per trovare il bonus. Un brutto errore in presa alta di Phipps regala una touche in attacco alla Fiji e poco dopo arriva anche il giallo a Kuridrani, che lascia l'Australia in 14. Si avvicina, così, l'ottantesimo senza che i Wallabies possano rendersi pericolosi. Così niente da fare, finisce 28-13 e per l'Australia solo 4 punti.

    AUSTRALIA – FIJI 28-13
    Mercoledì 23 settembre, ore 17.45 - Millennium Stadium, Cardiff
    Australia: 15 Israel Folau, 14 Adam Ashley-Cooper, 13 Tevita Kuridrani, 12 Matt Giteau, 11 Rob Horne, 10 Bernard Foley, 9 Will Genia, 8 David Pocock, 7 Michael Hooper, 6 Scott Fardy, 5 Rob Simmons, 4 Kane Douglas, 3 Sekope Kepu, 2 Stephen Moore, 1 Scott Sio
    In panchina: 16 Tatafu Polota-Nau, 17 James Slipper, 18 Greg Holmes, 19 Will Skelton, 20 Dean Mumm, 21 Nick Phipps, 22 Matt Toomua, 23 Kurtley Beale
    Fiji: 15 Metuisela Talebula, 14 Waisea Nayacalevu, 13 Vereniki Goneva, 12 Gabiriele Lovobalavu, 11 Nemani Nadolo, 10 Ben Volavola, 9 Nikola Matawalu, 8 Netani Talei, 7 Akapusi Qera, 6 Peceli Yato, 5 Leone Nakarawa, 4 Tevita Cavubati, 3 Manasa Saulo, 2 Tuapati Talemaitoga, 1 Campese Ma'afu
    In panchina: 16 Viliame Veikoso, 17 Peni Ravai, 18 Isei Colati, 19 Nemia Soqeta, 20 Malakai Ravulo, 21 Nemia Kenatale, 22 Josh Matavesi, 23 Aseli Tikoirotuma
    Arbitro: Glen Jackson
    Marcatori: 10' cp. Foley, 21' cp. Nadolo, 27' m. Pocock tr. Foley, 32' m. Pocock, 39' cp. Foley, 43' m. Kepu tr. Foley, 47' cp. Nadolo, 60' m. Volavola tr. Nadolo, 70' cp. Foley
    Cartellini gialli: 30' Ma'afu, 73' Kuridrani
    Fonte: BlogoSfere


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    Messaggio Da APUMA Gio Set 24, 2015 1:57 pm

    Giappone, niente miracolo bis; Australia e Francia non convincono

    Nella seconda giornata di Coppa del mondo di Rugby i nipponici, protagonisti della vittoria a sorpresa del 1° turno, cedono per 45-10. Esordio positivo ma non ottimo per l'Australia, che non trova la 4a meta contro le Fiji, piegate per 28-13. La Francia vince (38-11) ma non convince contro la Romania

    SCOZIA-GIAPPONE 45-10 Passato l'effetto-sorpresa, il Giappone conosce l'amaro sapore della sconfitta: la squadra di Eddie Jones, dopo l'epico successo ai danni del più quotato Sudafrica, questa volta perde abbastanza nettamente contro una Scozia in grande spolvero. Cinque le mete segnate dalla squadra europea, nonostante gli avversari siano rimasti in partita per almeno 60': poi è venuta fuori la maggior classe della Scozia, che segna con John Hardie, Tommy Seymour, Mark Bennett (due volte) e Finn Russell le mete che valgono anche il punto di bonus. Il Gruppo B, dopo la sconfitta del Sudafrica nel 1° turno, diventa sempre più avvincente.

    AUSTRALIA-FIJI 28-13 I Wallabies non sbagliano all'esordio: le Fiji, che avevano infastidito l'Inghilterra alla "prima" della Coppa del Mondo, danno del filo da torcere anche all'Australia, ma si devono arrendere per 28-13 nel match disputato al Millenium Stadium di Cardiff. L'Australia domina il gioco, conduce la partita, ma non riesce ad affondare i rivali definitivamente: sul 18-3 dopo il primo tempo grazie a due mete di Pocock, arrivate dalla maul, le cose sembrano mettersi addirittura meglio a inizio ripresa, quando Kepu segna la terza meta gialloverde. Fiji però ribatte con Volavola (59') e soprattutto non permette a Hooper e compagni di siglare la quarta meta. Arriva la vittoria, ma non il punto di bonus, duqnue, il che lascia l'Australia un passo indietro rispetto a Inghilterra e Galles nel Gruppo A.

    FRANCIA-ROMANIA 38-11 Una giovane Francia è riuscita a battere la Romania senza brillare: 38-11 per la squadra di Philippe Saint-Andre, che ha rivoluzionato la formazione iniziale (13 i cambi) dopo la vittoria con l'Italia. I francesi faticano per mezz'ora contro i composti rumeni, trovando la prima meta grazie alla superiorità numerica (giallo a Ion): Sofiane Guitoune va in meta per la prima volta al minuto, poi arriveranno altre quattro mete (un'altra di Guitone, poi Nyanga, Fofana e Fickou. Dall'altra parte segna Valentin Ursache. Un'altra vittoria, altri cinque punti per la Francia, ma ancora tanto da migliorare; forse troppo, con il tempo a disposizione.
    Fonte: EuroSport


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    Messaggio Da APUMA Sab Set 26, 2015 2:25 pm

    Rugby, Coppa del Mondo: l'Argentina si sblocca con l'aiutino

    L'arbitro inglese Doyle combina qualche pasticcio e apre la strada al successo dei Pumas: 7 mete (doppiette di Cordero e Imhoff) e Georgia travolta 54-9

    Con una buona mano dell'arbitro, l'Argentina centra la prima vittoria nella Coppa del Mondo di rugby, piegando per 54-9 la Georgia a Gloucester. Una partita molto equilibrata fino a inizio ripresa, quando i Pumas affondano i colpi sfruttando una superiorità numerica. Così, dopo la sconfitta all'esordio con gli All Blacks, i Pumas del c.t. Daniel Hourcade si rimettono in carreggiata e in piena corsa per la qualificazione ai quarti di finale: a quota 5 punti nel Girone C, infatti, sono già a +1 sulla Georgia (che all'esordio aveva battuto Tonga).
    Rugby a 15 Rugby_15
    Sanchez a segno dalla piazzola.

    INDISCIPLINA — Il risultato si sblocca dopo 5 minuti, quando Nicolas Sanchez decidere di risolvere con un drop un attacco argentino che sembra far poca strada nei 22 georgiani: è il primo drop a segno di tutto il torneo. Nemmeno 5 minuti dopo e la scena si ripete, ma questa volta Sanchez vede superiorità al largo e a volare in meta è la seconda linea Tomas Lavanini. Tra il quarto d'ora e la mezz'ora la Georgia sfrutta l'indisciplina argentina e va a segno tre volte dalla piazzola con Merab Kvirikashvili. Sanchez gli risponde due volte, a fissare il 14-9 sul quale si va al riposo.
    Rugby a 15 Rugby_16
    Tomas Cubelli vola verso la meta.

    BONUS — A inizio ripresa Sanchez s'inventa un break poco oltre la metà campo, poi i suoi compagni si mangiano una meta fatta, ma l'arbitro dà una mano all'Argentina, punendo ingiustamente con un cartellino giallo Mamuka Gorgodze, perfetto nel contestare la palla a un avversario che invece sembra commettere un tenuto a due metri dalla linea di meta. L'inglese JP Doyle dà la stessa lettura (sbagliata) sulla successiva ruck e ne nasce una giocata veloce di Sanchez, che non riesce però a schiacciare (in questo caso è il Tmo a salvare l'arbitro). E' il 46' e dalla mischia a 5 metri nasce la seconda meta dei Pumas, firmata dal mediano di mischia Tomas Cubelli, che riceve dal numero 8 Facundo Isa, scappa via a e schiaccia (dal replay sembra però che il passaggio sia in avanti, ma l'arbitro non chiede il Tmo e la frittata è fatta). E' a questo punto che l'Argentina dilaga, segnando altre due mete nei successivi 4 minuti, con le due ali Juan Imhoff (alla bandierina di destra) e Santiago Cordero (sotto i pali), entrambe trasformate da Sanchez: il punto di bonus è in cassaforte. Negli ultimi dieci minuti vanno in meta Martin Landajo, che tira fuori un pallone da una ruck e si allunga per schiacciare, e ancora Cordero e Imhoff, per le personali doppiette.
    Fonte: La Gazzetta dello Sport


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    Messaggio Da APUMA Dom Set 27, 2015 8:12 am

    Rugby, Coppa del Mondo: il Galles zittisce Twickenhan, Inghilterra k.o.

    Battuto 28-25 il XV della Rosa, decisiva la meta nel finale di Davies. Ai padroni di casa non basta quella di May e i 20 punti al piede di Farrell. Ora con l'Australia dentro o fuori

    Vittoria con vista sui quarti di finale per il Galles. E Twickenham diventa un incubo per l'Inghilterra, che in un match cruciale per il destino del Girone A della Coppa del Mondo di rugby, cede 28-25, davanti al Principe William, alla moglie Kate e al fratello Harry. Ma anche davanti a ventimila tifosi gallesi, impazziti per un'impresa eroica. La squadra del c.t. Warren Gatland, che all'esordio aveva travolto l'Uruguay, resta da sola al comando della classifica con 9 punti. La Rosa del c.t. Stuart Lancaster, dopo la vittoria all'esordio con Figi, si prende almeno un punto di bonus e sale a quota 6. Il Galles tornerà in campo giovedì per affrontare le Figi a Cardiff, mentre sabato 3, sempre a Twickenham, l'Inghilterra si dovrà giocare tutto con l'Australia.
    Rugby a 15 Rugby_17
    La meta di Gareth Davies.

    LOTTA — Si lotta su ogni pallone dall'inizio. E non ci si poteva aspettare altro. Lo score si sblocca proprio a causa di un eccesso, quello di Courtney Lawes, che non lascia il giocatore gallese placcato e permette a Dan Biggar di andare per i pali da 25 metri. Gli inglesi reagiscano e si procurano una punizione che porta a una touche e alla conseguente maul a 5 metri dalla linea di meta, che però non viene sfruttata. Al 12' però su mischia ordinata sono i gallesi a esagerare e a regalare a Owen Farrell il piazzato del pareggio. Passano 4 minuti e l'infrazione di Dan Cole in ruck permette a Biggar di riportare avanti il Galles. Il pilone si rifà, assieme a tutta la mischia, quando al 23' travolge quella avversaria e Youngs offre a Farrell una palla che il mediano calcia di rimbalzo per il nuovo pareggio. E al 27' arriva la meta dell'Inghilterra, bellissima, in due fasi: da touche nasce un attacco che Mike Brown tiene vivo nonostante un passaggio impreciso e un poco ortodosso controllo con i piedi; dalla ruck che ne nasce, Ben Youngs tira fuori velocemente il pallone, finta di entrare all'interno, per poi invece servire al largo Johnny May, che vola a schiacciare (con la trasformazione di Farrell). Un fuorigioco inglese permette infine a Biggar di andare alla piazzola e fissare il 16-9 sul quale si va al riposo.
    Rugby a 15 Rugby_18
    L'infortunio di Scott Williams.

    INFORTUNI — La ripresa si apre con i gallesi un po' in affanno nei loro 22 e con un comodo piazzato di Farrell, al quale però risponde subito Biggar dall'altra parte. Il tema è sempre lo stesso: squadre terribilmente aggressive e, come conseguenza, indisciplinate. Prima del 50' arrivano la terza infrazione e il secondo calcio di Farrell per il +10. Biggar ne centra altri due al 51' e al 58' e riporta i gallesi pericolosamente a -4. Al 64' capolavoro difensivo di Farrell, ottimo per tutto il match, che salva su Liam Williams lanciato in superiorità numerica verso la bandierina di destra, piombando alle spalle dell'estremo gallese, che perde il pallone in touche. Nel frattempo la sfortuna che da questa estate sta bersagliando i gallesi, torna a farsi viva e in pochi minuti si infortunano tre trequarti: Scott Williams, Hallan Amos e Liam Williams. Al 69' con un piazzato da sotto i pali Farrell firma il +7.

    INCUBO — Al 71' però Lloyd Williams si inventa una fuga sull'out destro e poi, quando sembra chiuso, decide di calciare verso il centro, sorprendendo la difesa inglese, poi un rimbalzo benevolo aiuta la presa di Gareth Davies, che vola a schiacciare in mezzo ai pali. Biggar trasforma ed è pareggio. Ma l'incubo per Twickenham si materializza 4 minuti dopo, quando un tenuto sulla linea di metà campo offre all'apertura gallese la possibilità di provare un calcio difficilissimo, che però centra i pali e il vantaggio. A 2 minuti dalla fine gli inglesi si guadagnano una punizione che potrebbe valere il pareggio ma George Ford va per la touche nei 5 metri gallesi: l'idea però è pessima perché la maul inglese viene spinta fuori dal campo dagli avanti gallesi. E basta così difendere il possesso con una mischia prima di calciare fuori il pallone quando scade il tempo.
    Fonte: La Gazzetta dello Sport


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    Messaggio Da APUMA Dom Set 27, 2015 8:15 am

    Rugby, Coppa del Mondo: il Sudafrica rialza la testa e travolge Samoa 46-6

    Gli Springboks riscattano la sconfitta col Giappone e conquistano un importantissimo punto di bonus. JP Pietersen fa una tripletta

    Rugby, il Sudafrica rialza la testa Dopo la clamorosa sconfitta all'esordio con il Giappone, gli Springboks travolgono 46-6 Samoa e tornano in corsa per i quarti Sei mete per mettersi alle spalle il disastro con il Giappone. Il Sudafrica rialza la testa, travolge per 46-6 Samoa a Birmingham nel secondo impegno nella Coppa del Mondo di rugby inglese, e torna prepotentemente in corsa per un posto nei quarti di finale. In un Girone B apertissimo, gli Springboks si ritrovano ora addirittura al comando con 7 punti, a +2 sulla Scozia (che però ha giocato una sola partita) e a +3 su Samoa e Giappone.
    Rugby a 15 Rugby_19
    JP Pietersen s'invola verso la meta.

    TRIPLETTA — A dir la verità, all'inizio il fantasma nipponico sembra accompagnare in campo i giocatori in maglia verde. Cioè, non proprio all'inizio. Perché il Sudafrica parte fortissimo e costringe i samoani a un tenuto nei 22 difensivi, che produce il calcio piazzato con il quale Handre Pollard sblocca. In tre minuti però Samoa ribalta il risultato con due calci di Michael Stanley. Il fantasma sembra palesarsi, ma viene spazzato via dalla meta al quarto d'ora di JP Pietersen, che intercetta un passaggio dell'avemaria (come direbbero in NFL) di Stanley. Il Sudafrica si scrolla di dosso le paure e, seppur messo continuamente alla prova dalla fisicità e dalla voglia di giocare dei samoani, continua ad attaccare: tre calci di Handre Pollard firmano il 17-6 sul quale si va al riposo. A inizio ripresa è ancora Pietersen a volare in meta, stavolta alla bandierina, dopo un offload di Willie le Roux e il passaggio smarcante di Jean de Villiers per l'ala. Che si ripeterà a tre minuti dalla fine per la personale tripletta. In meta nel secondo tempo vanno anche Schalk Burger, Schalk Brits e, per ultimo a tempo scaduto, Bryan Habana. Il fantasma è spazzato via.
    Fonte: La Gazzetta dello Sport


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    Messaggio Da APUMA Dom Set 27, 2015 8:24 am

    Coppa del Mondo di Rugby 2015, 23-18 a Canada, prima vittoria Italia

    Azzurri si impongono nel secondo match del torneo iridato

    L'Italrugby soffre ma riesce a portare a casa la vittoria nel 2/o match di Coppa del Mondo giocato a Leeds: Canada battuto 23-18.

    Rugby a 15 Italia10

    Soffre ma vince l'Italrugby contro il Canada: al termine di una partita equilibrata, e piena di errori, gli Azzurri ottengono quel successo che consente loro di continuare a sperare nel passaggio ai quarti della Coppa del Mondo. Dopo il mediocre esordio contro la Francia la nazionale di Jacques Brunel era attesa al riscatto. Che a Leeds è arrivato, ma solo parzialmente. Nel punteggio, perché la vittoria contro il Canada - considerate anche le attuali condizioni degli Azzurri oltreché le assenze di Andrea Masi e capitan Sergio Parisse - non poteva essere data per scontato. Meno nella prestazione. Ancora tante, troppe sbavature in una partita vinta più per esperienza, e demeriti canadesi, che non per chiara superiorità tecnico-tattica. A Elland Road l'Italia mette in campo orgoglio e cuore, ma poco altro.

    Rugby a 15 Italia11

    Sbaglia insolitamente tanti placcaggi (addirittura 31), subisce il vantaggio territoriale dei canadesi (58%) e il loro maggior possesso palla (59%), è vulnerabile in mischia, disordinata e confusa nella trequarti. Il passaggio del turno resta (teoricamente) aperto, ma domenica prossima contro l'Irlanda - tra le favorite per la vittoria finale - l'epilogo appare inevitabilmente già scritto. Il Canada, rivoluzionato da sei cambi rispetto all'esordio mondiale perso contro l'Irlanda, parte meglio, smanioso di imporre la sua fisicità. E dopo un calcio trasformato da Nathan Hirayama arriva anche la prima meta: spettacolare cost-to-cost di Daniel Van Der Merwe, che scambio con Ciaran Hearn prima di schiacciare tra i pali. La più bella meta dei mondiali.

    Rugby a 15 Italia12

    L'Italia ha il merito di avere un'immediata reazione: Edoardo Gori suona la carica, la meta è di Michele Rizzo. Metabolizzato lo spavento, il finale di frazione esalta gli Azzurri: una meta di Carlo Canna viene giustamente annullata, due calci di Tommaso Allan ribaltano il punteggio. Chi si illude che l'inerzia della partita sia definitivamente girata, si sbaglia perché ad inizio ripresa, nel giro di un minuto, l'Italia rischia il tracollo. Ma se la meta di Mark Evans è buona, quella di Phil Mackenzie è viziata da un avanti che solo il TMO riesce a smascherare. Superata la burrasca, l'Italia rialza la testa, trascinata anche da un ottimo Mauro Bergamasco che timbra così il suo quarto mondiale. E con Gonzalo Garcia firma la meta del definitivo contro-sorpasso. Fino all'ultimo il Canada spera nel miracolo stile-Giappone, ma all'Italia basta ritrovare un minimo di ordine difensivo per reggere l'urto e portare a casa una vittoria che salva l'onore, e poco altro.

    Rugby a 15 Italia13
    RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA


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    Messaggio Da APUMA Mar Set 29, 2015 8:10 am

    Mondiali 2015: Australia, compitino fatto con l'Uruguay

    Match senza storia a Birmingham, con i Wallabies che dilagano senza neanche spingere.

    Vittoria netta, senza sconti, come da pronostico. Dovevano vincere di 50 punti, vincono di 62 punti gli australiani. Match a senso unico, con l'Uruguay che regge per mezz'ora grazie alla voglia, ma anche e soprattutto ai tanti errori wallabie e all'assurdo fallo di Quade Cooper, ammonito. Ma quando i Wallabies accelerano c'è una sola squadra in campo.

    Parte, come da copione, forte l'Australia, ma qualche errore di troppo dettato dalla foga nega ai Wallabies i primi punti di fronte a un Uruguay che difende come può. Si devono aspettare, così, sette minuti prima che Sean McMahon trovi lo spazio giusto per entrare in meta e primi punti della partita. Dopo 10 minuti è Joe Tomane a fare il break decisivo e l'Australia si porta sul 12-0. Al 15' pessimo gesto di Quade Cooper, che placca violentemente al collo un giocatore dell'Uruguay e viene ammonito, con Michael Cheika che difficilmente gli farà rivedere il campo conoscendolo. L'Uruguay, nonostante l'uno/due devastante, non vuole cedere e prova anche a costruire, anche se nelle fasi statiche subisce la superiorità netta dei Wallabies. Ma, come già visto in altre partite tra big e underdog nei Mondiali, l'Australia gioca con troppa sufficienza e la superiorità tecnica e fisica non si trasforma in punti e il primo quarto scivola via con l'Uruguay che comunque regge.

    Australia nervosa e fallosa che tiene l'Uruguay in partita e, anzi, al 24' regala a Berchesi un piazzato non impossibile e primi punti per i sudamericani. Riallunga l'Australia al 26' con Dean Mumm che sfrutta un buco difensivo, sfonda Leandro Leivas e schiaccia in meta. Altra meta e bonus che arriva esattamente dopo 30 minuti, con Henry Speight che completa una bella – finalmente – azione corale dell'Australia e Wallabies che possono scappare via. E, nonostante gli errori, l'Australia non perdona e al 36' firma la meta anche Ben McCalman, che scivola tra le maglie celesti e schiaccia comodamente tra i pali.

    Coraggio e voglia uruguaiana a inizio ripresa, con i sudamericani che conquistano una touche d'attacco, ma la lunga azione si ferma senza che i biancocelesti riescano a guadagnare metri. Così al 47' è Drew Mitchell a mandare in confusione la difesa dell'Uruguay e a schiacciare per la prima meta della ripresa. Il match, ovviamente, non ha più nulla da dire da tempo e, al 52' Cooper libera con un bellissimo passaggio ancora Mitchell che marca la sua seconda meta in pochi minuti.

    Diventano otto le mete allo scoccare dell'ora di gioco ed è bis per Ben McCalman, che conclude una bella giocata di Kurtley Beale che lo libera al largo e Wallabies che dilagano ormai. Ora l'Uruguay si aggrappa molto ai falli per evitare una debacle peggiore, ma al 69' la maul australiana sfonda e anche McMahon concede il bis e Wallabies che superano quota 50 punti. E al 71' sono Cooper e Beale a divertire, dare spettacolo, trovare i buchi, gli spazi e liberare Tomane che ringrazia e segna anche lui la seconda meta personale. Cerca di chiudere in attacco l'Uruguay, alla ricerca di una storica meta, ma la difesa australiana difende senza grossi problemi e lascia i sudamericani a tre punti. E a tempo scaduto va sul tabellino anche Kuridrani per il +62.

    AUSTRALIA – URUGUAY 65-3
    Domenica 27 settembre, ore 13.00 - Villa Park, Birmingham
    Australia: 15 Kurtley Beale, 14 Joe Tomane, 13 Henry Speight, 12 Matt Toomua, 11 Drew Mitchell, 10 Quade Cooper, 9 Nick Phipps, 8 Wycliff Palu, 7 Sean McMahon, 6 Ben McCalman, 5 Will Skelton, 4 Dean Mumm, 3 Toby Smith, 2 Tatafu Polota-Nau, 1 Scott Sio
    In panchina: 16 Stephen Moore, 17 Sekope Kepu, 18 Greg Holmes, 19 Kane Douglas, 20 Rob Simmons, 21 Will Genia, 22 Bernard Foley, 23 Tevita Kuridrani
    Uruguay: 15 Gaston Mieres, 14 Leandro Leivas, 13 Joaquin Prada, 12 Andres Vilaseca, 11 Rodrigo Silva, 10 Felipe Berchesi, 9 Agustin Ormaechea, 8 Juan Manuel Gaminara, 7 Matias Beer, 6 Juan De Freitas, 5 Franco Lamanna, 4 Santiago Vilaseca, 3 Mario Sagario, 2 German Kessler, 1 Mateo Sanguinetti
    In panchina: 16 Nicolas Klappenbach, 17 Oscar Duran, 18 Carlos Arboleya, 19 Alejandro Nieto, 20 Diego Magno, 21 Fernando Bascou, 22 Alejo Duran, 23 Alberto Roman
    Arbitro: Pascal Gauzère
    Marcatori: 7' m. McMahon, 9' m. Tomane tr. Cooper, 24' cp. Berchesi, 26' m. Mumm, 31' m. Speight tr. Cooper, 36' m. McCalman tr. Cooper, 47' m. Mitchell, 52' m. Mitchell, 61' m. McCalman, 69' m. McMahon, 71' m. Tomane, 80' m. Kuridrani tr. Cooper
    Cartellini gialli: 15' Cooper
    Fonte: BlogoSfere


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    Messaggio Da APUMA Mar Set 29, 2015 8:14 am

    Mondiali 2015: Scozia, servono gli stranieri per vincere

    Contro gli USA soffre il XV del Cardo, ma a far la differenza sono Visser, Maitland e Nel.

    Tre mete nel primo quarto d'ora della ripresa ridà colore a una Scozia pallida, che per 40 minuti subisce dei bellissimi Stati Uniti che chiudono in vantaggio il primo tempo. Poi, però, arrivano le mete d'Olanda, Nuova Zelanda e Sud Africa - cioè Visser, Maitland e Nel - e i britannici allungano e si salvano. Ma uscendo dal campo con molti dubbi.

    Partenza a stelle e strisce, con gli USA che rubano subito palla, attaccano bene e dopo un minuto concretizzano un fuorigioco scozzese con tre punti dalla piazzola. Al 7' risposta scozzese, sempre con i piedi, con Stuart Hogg a mettere 3 punti in cascina. Al 9' shock in mischia per la Scozia, che subisce la spinta Usa e cede l'ovale. Fatica così la Scozia a costruire, anzi perde spesso il possesso e Stati Uniti che difendono senza troppa pressione. Si arriva al quarto d'ora quando gli USA si fanno pescare in fuorigioco e Scozia che può passare per la prima volta in vantaggio con Russell al piede. Inizia a cedere la disciplina americana e, così, al 18' è Stuart Hogg dalla distanza a cercare i pali, ma va largo.

    Reagiscono gli USA, che si spingono fino all'area di meta e, poi, con il fisico vanno oltre con Titi Lamositele e Stati Uniti che passano di nuovo in vantaggio. Sbaglia troppo la Scozia, che ora inizia a innervosirsi di fronte a una buonissima squadra americana. E così sono gli Yankee a trovare gli spazi migliori, ma perdono l'ovale al limite dei 22 offensivi. Al 26' si sveglia Hogg, fa il vuoto nella difesa americana, ma poi il passaggio finale a Visser è pessimo e occasione buttata. Alla mezz'ora lunghissima azione degli Eagles sulla metà campo, ma nonostante le belle giocate non avanza e, alla fine, commette avanti. Tanti errori da una parte e dall'altra, tante palle perse malamente dopo aver costruito buone azioni sia per gli scottish sia per gli americani e così passa il tempo con gli USA avanti di 4. E' un'America incredibile quella che chiude il primo tempo sempre in attacco, la Scozia è in sofferenza, mentre gli USA guadagnano metri su metri, ottengono un piazzato e finiscono a +7 un primo tempo fantastico da parte dei XV a stelle e strisce.

    A dare la sveglia alla Scozia è l'olandese volante, Tim Visser, che dopo un minuto di gioco si fa trovare pronto al largo, riceve palla e va in meta, ma l'errore di Russell tiene gli USA davanti di 2. E', però, un'altra Scozia quella ritornata in campo, che appare più presente. Ma giocano bene anche gli USA ed è un match equilibratissimo a Leeds, dove in 24 ore le nazioni nordamericane hanno messo due volte alle corde i team del Sei Nazioni. Al 47' arriva il, meritato, sorpasso scozzese con Sean Maitland e, così, sono due degli 'stranieri' di Scozia a riportare ossigeno ai loro tifosi. Ma gli Stati Uniti non sono morti e al 50' fallo di Josh Strauss che manda MacGinty sulla piazzola e l'apertura americana non sbaglia e si va sul 18-16. Subito dopo rischiano grosso gli americani: Shalom Suniula si fa bloccare il calcio, raccoglie Swinson, palla a Strauss che va a un nulla dalla meta. Dalla seguente touche è WP Nel, sudafricano, a segnare la meta che vede la Scozia allungare e avvicinarsi anche alla meta del bonus. Ora gli USA soffrono, i cambi stanno facendo la differenza con la Scozia che alza il ritmo con venti minuti per cercare un bonus che potrebbe essere decisivo nella corsa playoff, soprattutto dopo come si era messo il match nei primi 40 minuti.

    E' una Scozia arrembante quella che entra nell'ultimo quarto, una Scozia ora in controllo della partita e Highlanders che devono concretizzare e portare a casa cinque punti d'oro. E i cinque punti arrivano al 65' con Matt Scott che prende palla da una ruck vicino alla meta e si allunga quanto basta per schiacciare oltre la linea. Non si arrendono, però, gli USA che tornano ad attaccare, obbligano la Scozia a diversi falli, ma mancano l'ultimo metro decisivo. Insistono, però, gli americani, ma ancora una volta un avanti nega la gioia della meta agli USA. Così quasi allo scadere è Duncan Weir a chiudere il match con la quinta meta e un punteggio che punisce oltre al giusto degli USA belli per 40 minuti.

    SCOZIA – USA 39-16
    Domenica 27 settembre, ore 15.30 - Elland Road, Leeds
    Scozia: 15 Stuart Hogg, 14 Sean Maitland, 13 Mark Bennett, 12 Peter Horne, 11 Tim Visser, 10 Finn Russell, 9 Henry Pyrgos, 8 Josh Strauss, 7 Ryan Wilson, 6 Alasdair Strokosch, 5 Richie Gray, 4 Grant Gilchrist, 3 Jon Welsh, 2 Ross Ford, 1 Ryan Grant
    In panchina: 16 Kevin Bryce, 17 Alasdair Dickinson, 18 Willem Nel, 19 Tim Swinson, 20 Fraser Brown, 21 Greig Laidlaw, 22 Duncan Weir, 23 Matt Scott
    USA: 15 Chris Wyles, 14 Takudzwa Ngwenya, 13 Seamus Kelly, 12 Thretton Palamo, 11 Blaine Scully, 10 AJ MacGinty, 9 Mike Petri, 8 Samu Manoa, 7 Andrew Durutalo, 6 Al McFarland, 5 Greg Peterson, 4 Hayden Smith, 3 Titi Lamositele, 2 Phil Thiel, 1 Eric Fry
    In panchina: 16 Zach Fenoglio, 17 Oli Kilifi, 18 Chris Baumann, 19 Cam Dolan, 20. John Quill, 21 Danny Barrett, 22 Shalom Suniula, 23 Folau Niua
    Arbitro: Chris Pollock
    Marcatori: 2' cp. MacGinty, 7' cp. Hogg, 16' cp. Russell, 21' m. Lamositele tr. MacGinty, 40' cp. MacGinty, 42' m. Visser, 48' m. Maitland tr. Russell, 52' cp. MacGinty, 54' m. Nel tr. Laidlaw, 65' m. Scott tr. Laidlaw, 79' m. Weir tr. Laidlaw
    Fonte: BlogoSfere


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    Messaggio Da APUMA Mar Set 29, 2015 8:18 am

    Mondiali 2015: Irlanda, vittoria e record (sugli spalti)

    La sfida di Wembley tra i verdi e la Romania ha visto 89.267 spettatori sugli spalti. Record per la Rugby World Cup.

    L'Irlanda ottiene il massimo con il minimo sforzo. Vittoria, bonus e Romania archiviata aspettando i due big match del girone contro Italia e Francia. E lo fa davanti aglii 89.267 spettatori di Wembley, record di presenze per una partita della Coppa del Mondo di rugby e non stiamo parlando di un big match.

    Parte col piede sull'acceleratore l'Irlanda a Wembley, ma difende bene la Romania che respinge gli affondi verdi. Così serve un tenuto rumeno al 7' per dare a Madigan la prima chance di mettere punti sul tabellone e l'apertura irlandese non sbaglia. Al 10' fallo di Jared Payne e Valentin Calafeteanu impatta il punteggio da lontano. E al 15' arriva il one man show di Simon Zebo. Azione già bello all'avvio, palla all'ala verso Zebo che dà un calcetto per superare l'avversario, la raccoglie e va in meta. Ma lo show non vale punti perché ha il piede fuori dal campo quando raccoglie l'ovale. L'indisciplina costa tre punti alla Romania al 18' e, poco dopo, sfrutta il sovrannumero al largo per la prima meta irlandese con Tommy Bowe e i verdi allungano decisi. Al 28' ancora Zebo dà spettacolo. Questa volta passaggio lunghissimo all'ala, dove c'è Keith Earls che accelera e schiaccia in meta per il +15 irlandese. Resiste come può la Romania, ma la superiorità irlandese è evidente sia nelle mischie sia in campo aperto e sono gli errori non forzati dei campioni del Sei Nazioni a salvare i rumeni. E, così, si va negli spogliatoi sul 18-3 per l'Irlanda.

    Si riparte con l'Irlanda che ha un buon vantaggio, ma che deve cercare le due mete del bonus nel secondo tempo. E la prima arriva al 44'. Palla a Reddan che con un colpetto di piede libera Keith Earls che supera per la seconda volta la linea di meta e si va sul 25-3. Prova una timida reazione la Romania, che costruisce qualcosa, ma senza mai far veramente vedere di poter andare oltre la difesa irlandese. Rumeni molto aggressivi in difesa, ma che palla in mano mostrano tutti i limiti tecnici degli europei dell'est. Allo scadere dell'ora di gioco placcaggio in aria rumeno, che però si salvano con solo una punizione ai danni di Florin Ionita e niente ammonizione.

    Manca ancora una meta all'Irlanda per portare a casa l'obiettivo prefissato quando si entra nell'ultimo quarto di gioco. Il giallo non visto prima arriva al 61' a Csaba Gal per fallo tattico a un passo dalla linea di meta e, ora, i verdi possono dare la zampata finale. E la zampata la dà il contestato Tommy Bowe, che regala il bis e il bonus all'Irlanda. E a questo punto, in superiorità, ha le autostrade l'Irlanda e si può infilare Zebo, che libera Rob Kearney che va a schiacciare in meta, infortunandosi subito dopo. E al 74' arriva la sesta meta, di maul, con Chris Henry che fa superare quota 40 punti all'Irlanda. Al 78' meta della bandiera per la Romania con Ovidiu Tonita che schiaccia di prepotenza tra i pali.

    IRLANDA – ROMANIA 44-10
    Domenica 27 settembre, ore 17.45 - Wembley Stadium, London
    Irlanda: 15 Simon Zebo, 14 Tommy Bowe, 13 Jared Payne, 12 Darren Cave, 11 Keith Earls, 10 Ian Madigan, 9 Eoin Reddan, 8 Jamie Heaslip, 7 Chris Henry, 6 Jordi Murphy, 5 Devin Toner, 4 Donnacha Ryan, 3 Nathan White, 2 Richardt Strauss, 1 Cian Healy.
    In panchina: 16 Sean Cronin, 17 Jack McGrath, 18 Tadhg Furlong, 19 Paul O'Connell, 20 Sean O'Brien, 21 Conor Murray, 22 Paddy Jackson, 23 Rob Kearney
    Romania: 15 Catalin Fercu, 14 Adrian Apostol, 13 Paula Kinikinilau, 12 Csaba Gal, 11 Ionut Botezatu , 10 Michael Wiringi, 9 Valentin Calafeteanu, 8 Daniel Carpo, 7 Mihai Macovei, 6 Valentin Ursache, 5 Ovidiu Tonita, 4 Valentin Poparlan, 3 Paulica Ion, 2 Andrei Radoi, 1 Andrei Ursache
    In panchina: 16 Mihaita Lazar, 17 Otar Turashvili, 18 Alexandru Tarus, 19 Johan Van Heerden, 20 Stelian Burcea, 21 Florin Surugiu, 22 Florin Ionita, 23 Florin Vlaicu
    Arbitro: Craig Joubert
    Marcatori: 8' cp. Madigan, 11' cp. Calafeteanu, 18' cp. Madigan, 19' m. Bowe tr. Madigan, 28' m. Earls, 44' m. Earls tr. Madigan, 62' m. Bowe tr. Madigan, 65' m. R.Kearney, 74' m. Henry tr. Madigan, 78' m. Tonita tr. Vlaicu
    Fonte: BlogoSfere


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    Messaggio Da APUMA Mer Set 30, 2015 8:13 am

    Rugby, Coppa del Mondo: Tonga-Namibia 35-21, riscatto parziale per gli isolani

    Battuta la Namibia 35-21 a Exeter e cancellata la sconfitta con la Georgia. Ora però restano da affrontare All Blacks e Argentina

    Rugby a 15 Rugby11
    Opeti Fonua fermato in qualche modo da Theuns Kotze.

    Tonga batte la Namibia e si riscatta, almeno parzialmente. Dopo l'inaspettata sconfitta con la Georgia all'esordio, infatti, la squadra del Pacifico ha travolto oggi per 35-21 gli africani a Exeter, garantendosi almeno la certezza di non chiudere ultimi nel Girone C. Con il terzo posto ormai quasi compromesso con la prima sconfitta, infatti, resta ben poco in ballo in un girone comunque dal pronostico chiuso, con Argentina e Nuova Zelanda lanciatissime verso i quarti di finale. Pumas e All Blacks che saranno inoltre i prossimi avversari di Tonga.

    SUBITO META — La prima meta arriva dopo appena 5 minuti, quando Tealusa Veianu accelera e buca al centro la difesa degli africani, poi, a pochi passi dalla meta viene placcato da tre uomini, ma riesce a girarsi e a schiacciare proprio sulla linea (e il Tmo giustamente convalida). Al 13' da una touche lanciata nei 22 metri si forma una maul, Jack Ram vede un buco nella difesa della Namibia e allora decide di partire da solo, chiudendo l'azione in meta. La Namibia, che aveva iniziato molto bene, reagisce e si installa per qualche minuto nei 5 metri tongani, ma non riesce a portare a casa punti. Poi però Tjiuee Uanivi rompe un paio di placcaggi e trova un break, quindi con un perfetto offload lancia la corsa, ormai senza ostacoli, dell'ala Johan Tromp verso la meta sotto i pali. Al 25', ancora da touche, arriva la terza meta tongana, con Latiume Fosita che raccoglie proprio davanti ai pali un pallone tenuto vivo in qualche modo da Vili Ma'afu. A 5 minuti dall'intervallo Lilo realizza un facile piazzato che fissa il 22-7 sul quale si va al riposo.

    BONUS — A inizio ripresa Veainu scappa dalla sua metà campo e s'invola, chiudendo la sua progressione con il servizio al largo per Ram, che fa fuori con una finta l'ultimo difensore, rientra e schiaccia per la doppietta personale. Una touche nei 22 dà poi vita alla driving maul che permette al capitano Jacques Burger di schiacciare per la seconda meta della Namibia. Al 55' arriva la meta del bonus per Tonga: la firma ancora Veainu, raggiunto al largo da una bella azione alla mano dei compagni, per l'accelerazione che lo porta a volare fino alla bandierina di sinistra. Al 67' doppietta in fotocopia per Burger: touche dalla stessa zona di campo, maul, drive avanzante e palla schiacciata. A 7 minuti dal termine Kurt Morath realizza un piazzato per Tonga, ma è la Namibia a chiudere all'attacco, alla ricerca della quarta meta. Ma gli avversari si difendono ferocemente e mantengono il 35-21 fino al termine.
    Fonte: La Gazzetta dello Sport


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    Messaggio Da Kim Winchester Gio Ott 01, 2015 3:45 pm

                                  IRLANDA-ROMANIA  44-10









    Highlights del Match!


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    Messaggio Da Kim Winchester Gio Ott 01, 2015 5:46 pm

                       AUSTRALIA-URUGUAY       65-3









    Le migliori azioni dell'incontro dominato dai Wallabies.


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