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    DARIO ARGENTO

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    Messaggio Da thomas Mer Dic 12, 2012 10:28 pm

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    Dario Argento
    Dario Argento (Roma, 7 settembre 1940) è uno sceneggiatore, regista e produttore cinematografico italiano.

    Autore e regista italiano noto internazionalmente (in particolare in Francia e Stati Uniti), è soprannominato maestro del brivido, avendo dedicato al cinema thrilling quasi tutta la propria produzione. Tra i suoi lavori più noti Profondo rosso (1975) e Suspiria (1977).

    Fin dagli esordi Argento trasfonde nelle sue opere le proprie paure, concentrandosi sui meccanismi della suspense e del terrore, in particolare nei primi film, capostipiti del giallo all'italiana.
    Gioventù e primi passi
    Nasce da padre perugino di origini siciliane, Salvatore Argento, funzionario dell'Unitalia poi divenuto produttore cinematografico, e da madre brasiliana Elda Luxardo, fotografa di moda. Da bambino si tratteneva spesso presso lo studio della madre, rimanendo affascinato dalle figure femminili, dalla cura per il dettaglio, dal gusto per l'illuminazione, dalle lunghe sedute per il trucco, tutte componenti che caratterizzeranno il suo cinema. Il padre è stato il produttore di tutti i suoi primi film, a partire da L'uccello dalle piume di cristallo fino a Tenebre.

    Dopo essersi iscritto al liceo classico, lo abbandona al secondo anno, prendendo così la decisione di trasferirsi a Parigi, dove risiede per circa un anno vivendo di espedienti e lavorando anche come lavapiatti. Rientrato in Italia, nel 1957 inizia a collaborare con l'Araldo dello Spettacolo, occupandosi di teatro, cinema e musica.

    È in questo periodo che matura le proprie passioni cinefile, rappresentate dal cinema espressionista, dalla Nouvelle Vague, dai film noir, horror, gialli, polizieschi, dagli spaghetti-western, da Hitchcock, Antonioni, Fellini, ma anche dal cinema dei "telefoni bianchi" e da quello sovietico. Forte di queste passioni, Argento riesce a farsi assumere a Paese Sera, noto quotidiano romano, come critico cinematografico: con le sue recensioni si schiera nettamente a favore del cinema di genere, in particolare western, thriller, horror, fantascienza, in rottura con la critica ufficiale.

    Tra il 1967 e il 1969 collabora alla stesura dei copioni di diversi B-movie, quali Cimitero senza croci, La stagione dei sensi, Comandamenti per un gangster, La rivoluzione sessuale, Probabilità zero, Oggi a me... domani a te!, Commandos, Un esercito di cinque uomini, La legione dei dannati, ma anche di film d'autore come Metti, una sera a cena di Giuseppe Patroni Griffi, e soprattutto C'era una volta il West, del quale scrive il soggetto con Bernardo Bertolucci e Sergio Leone.
    L'esordio alla regia e i primi gialli
    Secondo alcune fonti l'esordio di Argento come regista avviene sul set di Un esercito di cinque uomini (pellicola del 1969 della quale firma la sceneggiatura) supervisionando un team subentrato dopo il primo giorno di riprese a Don Taylor, anche se poi ufficialmente la regia verrà attribuita al produttore Italo Zingarelli.

    Nel 1969 Argento crea insieme al padre Salvatore una società di produzione, la S.E.D.A. Spettacoli, con la quale avvia il suo primo progetto cinematografico da regista. Debutta infatti dietro la macchina da presa nello stesso anno con il frammisto di giallo, horror, thriller, e in parte noir, L'uccello dalle piume di cristallo, scritto basandosi sul romanzo La statua che urla di Fredric Brown. Il film, uscito nel febbraio 1970, nonostante una tiepida accoglienza iniziale, si trasforma in un grande successo, incassando poco più di un miliardo di lire.

    Definito dal critico cinematografico Roberto Pugliese come un "sasso nello stagno" del cinema italiano dell'epoca, L'uccello dalle piume di cristallo contiene diversi elementi che verranno dal regista ripresi, sviluppati e dilatati nelle opere successive e che contribuiranno a delineare il suo stile: le tecniche di ripresa (lo stacco dal piano lungo al primo piano, l'uso di soggettive, primissimi piani su oggetti e occhi), l'ossessione per i dettagli, l'importanza della fotografia (tonalità di certi colori, luci, inquadrature, carrelli) e colonna sonora (quasi sempre allucinante) e rumori (amplificati), il ricorso al montaggio alternato, con cui si anticipa con fotogrammi la sequenza successiva, la scarsità dei dialoghi, la frammentazione delle location in città diverse e la conseguente indeterminatezza geografica dell'azione, il senso di avulsione dalla realtà che circonda i protagonisti, la presenza di sketch umoristici in stile hitchcockiano, il whodunit, l'interesse per le psicopatologie e, infine, la descrizione dettagliata delle azioni dell'assassino, rappresentato quasi sempre in impermeabile, cappello e guanti di pelle.
    Visto il successo commerciale del primo film, Argento prosegue con Il gatto a nove code (1971). La pellicola si distingue per la suspense e il delinearsi di uno stile personale. Nel dicembre dello stesso anno esce anche Quattro mosche di velluto grigio, giallo in parte horror, nel quale sperimenta tecniche innovative per suscitare tensione emotiva nel pubblico, come l'impiego di una macchina da presa proveniente da una università della Germania Orientale, la Pentazet, per riprendere la sequenza del proiettile che esce dalla pistola, girata a 18000 fotogrammi/secondo, e, soprattutto, per l'incidente finale a 36000 fotogrammi/s[senza fonte]. Ma la pellicola in questione viene ricordata soprattutto per la sequenza "onirica" della decapitazione, ogni volta condotta un passo più avanti, secondo uno schema che ricorda il flashback di C'era una volta il West.

    Queste prime tre opere vengono definite Trilogia degli animali o "Trilogia zoologica".

    Guadagnatosi il soprannome di Hitchcock italiano, Argento accetta la proposta della RAI di produrre e curare una serie TV di quattro film, della durata di circa un'ora ciascuno, intitolata La porta sul buio, trasmessa nel settembre 1973 sulla prima rete. Il regista dirige, con lo pseudonimo di Sirio Bernadotte, l'episodio Il tram, ricavato da una sequenza eliminata dalla sceneggiatura originale de L'uccello dalle piume di cristallo, mentre collabora a soggetto e sceneggiatura di Testimone oculare, firmato da Roberto Pariante ma in realtà girato dallo stesso Argento. Gli altri due episodi, Il vicino di casa e La bambola, sono diretti rispettivamente da Luigi Cozzi e Mario Foglietti. L'episodio di Argento in particolare rivede le idee già sviluppate nei primi tre lungometraggi (inquadrature ricercate, uso di soggettive, ossessione per il dettaglio, il "particolare" rivelatore, il whodunit), con le uniche differenze che il giallo presenta un marcato umorismo di fondo e viene risolto da un poliziotto, il tutto scandito dalla colonna sonora jazz di Giorgio Gaslini.
    Argento realizza nel 1975 il suo film più celebre, Profondo rosso: con il fondamentale contributo della colonna sonora dei Goblin, il film si rivela un successo di pubblico. La pellicola costituisce il punto d'arrivo di un percorso di sperimentazione sul genere.

    Nel 1977 Argento debutta definitivamente nell'horror con Suspiria, sorta di fiaba gotica moderna, ambientando la storia nella piccola cittadina di Friburgo, nella Foresta Nera, collocato tra le prime opere dell'espressionismo cinematografico.
    Negli anni ottanta Argento alterna horror a thriller, iniziando con Inferno (1980). Le tematiche che in Suspiria erano state per la prima volta affrontate, sono amplificate ed estremizzate. Molti i riferimenti al film precedente: analoghe scenografie e luci, con colori accesi e innaturali (prevalentemente blu, rosso e viola). Ancora una volta elemento importante è la colonna sonora (con, tra gli altri brani, il "Và pensiero" di Verdi).

    Nel 1982 il regista torna al thriller giallo con Tenebre, nel quale rimette in scena i temi a lui prediletti: traumi psichici, feticismo, deviazioni sessuali, follia, il tutto secondo il classico whodunit.

    In seguito dirige l'horror Phenomena (1985) e il thriller Opera (1987).

    Nel 1993 è la volta di altri due thriller: Trauma, interpretato dalla figlia Asia Argento e La sindrome di Stendhal (1996) e del remake di un classico dell'horror gotico: Il fantasma dell'opera (1998).

    Dopo il ritorno al thriller con Non ho sonno (2001), Argento dirige Il Cartaio (2004). Nel 2007 vi è la produzione de La terza madre (2007), in cui torna a lavorare con la figlia Asia: è il capitolo finale della Trilogia delle Tre Madri. L'ultimo lavoro di Argento è Giallo (2009), presentato in anteprima al Festival del Cinema di Edimburgo e distribuito direttamente in home video l'anno stesso.

    Nel 2009, il regista cede i diritti di due suoi film per farne realizzare dei remake negli Stati Uniti; i titoli interessati sono L'uccello dalle piume di cristallo e Suspiria.

    Nel maggio 2010 Dario Argento annuncia un nuovo progetto registico: un film per il cinema distribuito dalla Paramount pictures. Durante il Fantafestival di Roma, a maggio 2010, Argento dichiara che il film sarà un omaggio al personaggio di Dracula, girato in 3D. A settembre 2010, il regista ufficializza la notizia. Il 19 maggio 2012 il film viene presentato in anteprima mondiale, fuori concorso, al Festival di Cannes, durante la "Proiezione di mezzanotte", accolto da tiepide critiche.[18] Argento annuncia l'uscita del film in Italia per il novembre 2012.

    Dal 2 agosto 2012 è conduttore del programma 100 pallottole d'argento su Rai Movie, nel quale presenta cento pellicole della storia del cinema da lui selezionate.
    Vita privata
    È padre di Fiore (che ha recitato in Dèmoni, Phenomena e ne Il cartaio) e Asia, attrice e regista a sua volta, che ha esordito recitando fin da piccola nei film del padre e lo ha reso nonno per due volte, nel 2001 e nel 2008.


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    Messaggio Da Debora94 Lun Giu 30, 2014 8:12 pm

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